È stato inaugurato presso la Biblioteca Berio, l’Archivio Museo della Stampa - “Raccolta Gutenberghiana", un progetto museale e scientifico che l’editore Francesco Pirella ha deciso di rendere disponibile alla sua città, Genova.
«L’Archivio Museo della Stampa- dichiara il sindaco Marco Bucci- apre alla città ed è pronto a diventare un luogo di grande interesse turistico e di formazione soprattutto per i giovani. Un interessante percorso che permette di scoprire la storia della stampa e la sua evoluzione nel corso degli anni. In occasione di Genova Capitale del Libro è un orgoglio poter inaugurare un nuovo spazio culturale di questo tipo, a due passi dalla biblioteca più grande della nostra città. Un ringraziamento a Francesco Pirella e alla Berio che hanno permesso di rendere pubblico un importante patrimonio storico che merita di essere scoperto»
«Se tra il 1450 e 1455, la tipografia segnò il passaggio tra il Medioevo e il Moderno - racconta Francesco Pirella - Gutenberg e i prototipografi furono i primi plagiari del nostro tempo. Fu Aldo Manuzio a inventare, mezzo secolo dopo, il libro che conosciamo: aggiornò le matrici, ridusse il formato, lo fece diventare progetto. Nell’attuale epoca elettronica, postindustriale, il libro di carta perde l’esclusiva dei saperi, travolto dal mercato dell’immagine, stretto nella gabbia formale di un’idea passata. L’impiego delle tecnologie basate sulla luce permetterà al libro statico di competere con il libro elettronico e ciò sarà possibile secondo un auspicato principio di economia ecologica, naturalmente ignorata dal marketing e dai nuovi profeti dell’ecologia. Produrre quando serve».
«In Paleontologia - spiega Antonino Briguglio, associate professor DISTAV - Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e della Vita - Università degli Studi di Genova - lo studio delle tracce è complementare allo studio dei resti fossili tradizionali che ci dicono che tipo di organismo ci trovassimo di fronte. In questo contesto di meraviglia si inserisce il lavoro di Pirella, icnologo dell’Antropocene, che parte dalla storia umana delle Tracce per un viaggio critico attorno alla tipografia, arte di lasciare un segno, permanente e comprensibile, e dove Gutenberg diventa figura essenziale seppur controversa. Oggi i modi di stampa sono molteplici e dalle mere due dimensioni si innalzano sino alla terza e anelano alla quarta, lasciando segni che mutano nel tempo. Il tempo contrasta la preservazione delle tracce. È un viaggio emozionale quello che siamo qui invitati a percorrere per comprendere l’importanza, la bellezza e la fragilità del registrare le epifanie di questo mondo».
C’era una volta Gutenberg e la sua galassia che, con l’invenzione dei caratteri mobili, fa diventare la stampa un medium straordinariamente potente. Oggi, dopo oltre cinque secoli, la macchina digitale scompiglia le strutture della comunicazione, in una nuova rivoluzione che ridefinisce il rapporto tra oralità e scrittura e che ricostruisce la gerarchia tra i media stessi. Mentre l’uomo tipografico ha ceduto il posto a quello digitale, in tutto il mondo ancora si analizza il rilievo storico e la portata dell’invenzione di Gutenberg e Genova, come Magonza, Parigi, Basilea e Anversa, dedica alla “Fabbrica del libro” “L’Archivio Museo della Stampa”, in cui il vecchio mondo di Gutenberg viene messo in relazione con i simulacri linguistici dell’era del computer. In mostra, infatti, migliaia di caratteri in piombo, bronzo e legno; torchi di varie epoche, documenti storici e curiosità; macchine da stampa in legno e in ferro, a mano e a pedale. Rari e preziosi reperti perfettamente funzionanti vengono esposti in un percorso a distanza ravvicinata e confidenziale, in un'”officina sperimentale di cultura e di formazione”, un museo “vivo” che si pone in collegamento stretto con la didattica del neo-libro (antilibro) e con le problematiche tecniche, storiche, culturali della comunicazione digitale attraverso oggetti-racconto, ma anche metodologia pressoria tipica della tipografia pre-elettrica che diventa modello per una vera e propria utopia di riproducibilità dell’universo. L’Archivio Museo della Stampa di Genova è un progetto museale realizzato dall’editore Francesco Pirella che ha operato a Genova per circa un trentennio.
Formatosi come grafico, Pirella ha presto rivolto la sua attenzione al mondo della tipografia storica; in trent’anni di attività è riuscito a essere testimone del radicale mutamento delle tecniche di stampa tipografica, che da officina tipografica (fatta di piombo e inchiostro) è diventata tipografica digitale (fatta di chip e bit) diventando così osservatore del tutto privilegiato delle trasformazioni che hanno investito ogni aspetto della vita dell’uomo. Da editore a post-editore, come si auto-definisce Pirella dal 1995, con il Manifesto dall’Autolibro di Acquasanta, ha visto così l’abbandono delle tecniche e delle metodologie della stampa e delle comunicazioni tradizionali. Una vita di lavoro, di ricerca storica, di sperimentazione e passione hanno generato la nascita di un importantissimo patrimonio, una collezione varia, ricca, imponente e importante all’interno della quale si conservano migliaia di caratteri tipografici, presse, mobili, torchi antichi e rari, strumenti per la rilegatura, offerta gratuitamente da Pirella alla sua città. Durante la visita anche un omaggio musicale a Luciano Berio, in un arrangiamento di Boccherini-L.Berio. Le visite all’Archivio Museo della Stampa saranno possibili su appuntamento tramite visite guidate rivolte sia all'utenza libera, sia a gruppi organizzati e scolaresche. Le date di visita saranno comunicate mensilmente tramite i canali social e sulla newsletter della Berio, e le prenotazioni verranno gestite tramite Eventbrite.
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