L'Istituto Mazziniano compie 90 anni

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21/06/2024
l'ingresso dell'istituto in via Lomellini

Fu fondato il 22 giugno 1934 nello stesso stabile dove centoventinove anni prima era nato Giuseppe Mazzini

Claudio Critelli

Domani, sabato 22 giugno, sarà il 90° anniversario della fondazione dell’Istituto Mazziniano la cui sede è da sempre nel quattrocentesco Palazzo Adorno di via Lomellini 11, casa dove Giuseppe Mazzini nacque nello stesso giorno del 1805 e dove trascorse i primi anni di vita. Quando il 10 marzo 1872 Mazzini morì, trovando sepoltura nel cimitero monumentale di Staglieno, il Circolo Giuseppe Mazzini e la Confederazione Operaia organizzarono una sottoscrizione per acquistare tre piccole stanze dell'appartamento da lui abitato fra cui anche quella in cui si riteneva fosse nato allestendovi un sacrario adornato con cimeli e documenti.

 

La struttura venne poi donata, pochi anni dopo, al Comune di Genova che ne garantì l'apertura al pubblico. Nell’ottobre del 1925 l’intero edificio fu dichiarato Monumento Nazionale e sgomberato dagli appartamenti e dalle attività che nel corso degli anni vi si erano insediate (una tipografia, un pastificio e una casa di appuntamenti).

 

All’inaugurazione del 1934 intervenne anche Giovanni Gentile, ministro della Pubblica Istruzione e cofondatore dell’Istituto dell’Enciclopedia Italiana. Da allora l’Istituto Mazziniano comprende l'appartamento della famiglia Mazzini con il sacrario dedicato a Giuseppe, il Museo del Risorgimento traslato da Palazzo Bianco (dove era stato aperto il 5 maggio 1915), la biblioteca e l'archivio, cui nel tempo si è aggiunto l'Archivio del Museo delle Guerre.

 

Nel 2005 o stabile è stato oggetto di un profondo restauro e riaperto in coincidenza con il bicentenario della nascita del grande pensatore. Oggi il polo museale dell’Istituto Mazziniano – Museo del Risorgimento rappresenta un autentico fiore all’occhiello dell’offerta culturale di Genova “Città dell’Inno Nazionale”. Un unicum dedicato agli eventi e ad alcune figure di spicco di quel periodo della storia d’Italia.

 

A descriverne i tesori è il conservatore Massimo Angelini: «I 25.000 fascicoli conservati nell’Archivio Mazziniano, tra i quali documenti di assoluto valore come l’originale del Canto degli Italiani di Goffredo Mameli, la sezione dedicata a Giuseppe Garibaldi, l’Atto di resa dell’esercito tedesco firmato il 25 aprile 1945 a Villa Migone e il falso autografo attribuito a Balilla; i 40.000 volumi della Biblioteca Mazziniana, le collezioni di cimeli, dipinti, manifesti, stampe, bandiere, armi del Museo del Risorgimento, novant’anni di iniziative, manifestazioni, pubblicazioni, visite, mostre all’insegna della memoria e della cultura formano un patrimonio unico, insostituibile per conoscere le vicende del Risorgimento nazionale, del movimento mazziniano e repubblicano, più in generale la storia della Città tra la cacciata delle truppe austriache nel 1746 e la proclamazione della Repubblica Italiana nel 1946: due secoli in cerca di libertà e speranza mai spenta di democrazia».

Ultimo aggiornamento: 27/06/2024