
L’assise avrà il compito di favorire il dialogo interreligioso tra le confessioni presenti sul territorio cittadino e di aprire un tavolo di confronto su questioni di attualità
Questo pomeriggio si è svolta, a Palazzo Tursi-Albini, la prima riunione della nuova consiliatura della Consulta delle religioni della Città di Genova. La Consulta, nata nel 2006, ha tra i principali obiettivi quello di essere uno spazio nel quale i rappresentanti delle confessioni presenti in città possano incontrarsi tra di loro e con l’amministrazione, al fine di promuovere conoscenza reciproca e collaborazione, favorendo il dialogo interreligioso.
Uno spazio che si propone, dunque, di favorire la coesione e l’inclusione tra le comunità religiose e il tessuto cittadino, instaurando un canale di ascolto e collaborazione con le istituzioni, prevenendo tensioni e incomprensioni valorizzando il potenziale positivo della differenza.
«Genova, come ogni città porto e di mare, con forti flussi migratori, è caratterizzata da una nutrita presenza di differenti nazionalità e comunità religiose – dice l’assessora alle Pari opportunità Rita Bruzzone – che rappresentano un patrimonio culturale e umano molto prezioso. Riprendere i lavori della Consulta significa riconoscere queste diversità e il loro valore attraverso uno spazio che è allo stesso tempo luogo di incontro tra comunità e tra comunità e istituzioni, dove ciascuna voce può trovare spazio arricchendo il nostro bagaglio di conoscenze e contribuendo a combattere il pregiudizio che propaganda e disinformazione hanno attribuito ad alcuni credi. In città abbiamo molte comunità impegnate nel sociale, nel mondo del volontariato: sono realtà che messe a sistema potranno contribuire a fare di Genova la città inclusiva che tutti e tutte vorremmo che fosse».
La Consulta potrà offrire pareri e fare proposte su temi come scuole, cimiteri e sepolture, diritti delle minoranze e dei migranti, spazi e luoghi di culto e potrà proporre azioni e sviluppare un dialogo trasversale su temi di attualità e della quotidianità.
Infatti, tra i temi che la Consulta si impegna ad affrontare ci sono non solo il monitoraggio sull’utilizzo corretto delle parole da parte dei media, ma anche una serie di tematiche che spaziano dalle festività religiose alla presenza delle varie confessioni nelle carceri e negli ospedali.
E inoltre: provvedimenti amministrativi che riguardano gli interessi delle comunità religiose; ascolto delle reciproche necessità e criticità, suggerendo soluzioni costruttive; coordinamento delle richieste e attività; attività intesa a fornire informazione corretta su eventi a sfondo religioso; dichiarazioni comuni su temi di particolare interesse; attività culturali e di dialogo interreligioso finalizzate a una cultura della pace e del rispetto dei diritti umani; visite guidate a luoghi di culto delle diverse religioni; contributi alla formazione di operatori sensibili al rispetto della fede religiosa per i vari campi della realtà civile e rapporti con realtà similari sia in Italia che all’estero.
La Consulta - i cui rappresentanti sono designati dalle comunità stesse - si riunirà una volta ogni quattro mesi.
Da quest’anno la portavoce della Consulta è Elisabetta Colagrossi, professoressa associata di Storia delle religioni all’Università di Genova.
Della Consulta fanno parte: Chiesa Cattolica, Chiesa Battista, Chiesa Luterana, Chiesa Metodista, Chiese Valdesi, Iglesia Evangélica Hispano-Americana, Chiesa Evangelica “La Promessa”, Chiesa Anglicana, Chiesa Cristiana Avventista del 7° giorno, Chiesa Ortodossa Greca, Chiesa Ortodossa Romena, Chiesa Ortodossa Russa; Comunità Ebraica; Centro Islamico Culturale; Assemblea Spirituale Locale dei Baha’i, Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai, Unione Induista Italiana Sanatana Dharma Samgha, Movimento dei Focolari.
Presenti alla riunione di oggi anche il Segretariato Attività Ecumeniche e l’Università di Genova.
