Il saggio richiede il riconoscimento dei diritti culturali sanciti dalla Dichiarazione Universali dei Diritti dell’Uomo e un Garante che li tuteli
È stato presentato oggi al Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi il libro di Monica Amari “Elogio dei diritti e dei doveri culturali. A difesa della democrazia”, con prefazione di Alfonso Celotto e postfazione di Marta Cerioni, editore Rubbettino (2023).
L’evento, organizzato dall’associazione Giovane Orchestra Genovese (GOG) in collaborazione con European Paganini Route (EPR) e con il patrocinio del Comune di Genova, ha visto la partecipazione di Lorenza Rosso, assessore comunale ai Servizi Sociali; Vittorio Coletti, professore emerito di Storia della lingua italiana presso l’Università di Genova e consigliere dell’Accademia della Crusca; Lorenzo Cuocolo, professore ordinario di Diritto pubblico comparato presso l’Università di Genova e docente di Diritto costituzionale ed europeo oltre che docente di Diritto pubblico presso l’Università Bocconi di Milano. A moderare Nicola Costa, presidente di GOG e EPR.
Ignorati, mai citati e raramente insegnati, i diritti culturali, a cui si affiancano in modo simmetrico i doveri culturali, appartengono alla famiglia dei diritti umani. La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (1948) li affianca ai diritti economici e sociali (art. 22), ritenendoli indispensabili per la dignità e lo sviluppo della personalità di ciascuno di noi. Eppure nessuna Costituzione, neanche quella italiana, li riconosce come una categoria autonoma.
Il testo di Monica Amari, nel cercare di analizzare e spiegarne le motivazioni, si chiede se la conoscenza possa e debba essere riconosciuta come diritto collettivo e venire tutelata da un Garante. Secondo l’autrice il processo che sta avvenendo all’interno della società dimostra come sia necessario ipotizzare un modello di Stato dove la generazione, l’accessibilità e la redistribuzione delle conoscenze debbano diventare l’obiettivo primario, al di là di qualunque credo politico o qualunque ideologia.
Rifacendosi a Norberto Bobbio per il quale i diritti nascono quando devono e possono nascere, porre la questione del riconoscimento dei diritti e dei doveri culturali all’interno dei principi fondamentali della Costituzione, lì dove si parla di solidarietà (art. 2) e di eguaglianza (art. 3), può offrire nuove visioni in una società trasformata dal paradigma digitale, dai flussi migratori e dalla transizione ecologica. Oggi appare necessario diventare consapevoli che solo ripensando una Italia fondata sul sapere, sulla ricerca, sulle competenze e sul merito si può, e si deve, proteggere la libertà e la democrazia creando un’opinione pubblica preparata ed informata.
Monica Amari, saggista e studiosa di politiche culturali, ha promosso il Movimento per il riconoscimento dei diritti e dei doveri culturali (www.diritticulturali.org). Tra le sue ultime pubblicazioni si ricordano: Cultural Rights as Recognition of the Right to Cultural Identity, in “Migration and Cultural Rights” in Inclusive societies. A textbook for interdisciplinary migration studies, University of Akureyri, 2020; Elementi di progettazione culturale. Metodologia e strumenti per il rispetto dei diritti culturali (2017); La sostenibilità culturale: un nuovo paradigma, in “Diritti culturali e nuovi modelli di sviluppo. La nascita dell'Osservatorio sulla sostenibilità culturale", Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli, 2016; Manifesto per la sostenibilità culturale. E se, un giorno, un ministro dell’economia venisse incriminato per violazione dei diritti culturali? (2012). È presidente di ARMES Progetti, un network di ricercatori indipendenti.