
Solidarietà al Rettore dell'Università di Genova. Approvato un ordine del giorno sulla Valorizzazione del sistema dei Forti
Dopo la discussione degli articoli 54, interrogazioni a risposta immediata, alle 15 è iniziata la seduta del Consiglio comunale, con 38 presenti in aula.
Il presidente del Consiglio comunale Claudio Villa ha sospeso la seduta per permettere alla conferenza capigruppo di riunirsi.
Alle 17 sono ripresi i lavori. Sono stati presentati 4 ordini del giorno straordinari.
Il primo odg è stato presentato dalla consigliera Vittoria Canessa Cerchi del Partito Democratico, ad oggetto: “Riconoscimento della continuità territoriale per l’Aeroporto di Genova e introduzione di OSP (oneri di servizio pubblico) su rotte strategiche” ed impegna sindaca e Giunta a “Promuovere un’iniziativa istituzionale presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e presso gli altri organi e istituzioni competenti per ottenere il riconoscimento della continuità territoriale per l’Aeroporto di Genova e l’introduzione di OSP su rotte strategiche”. L’ordine del giorno è stato approvato all’unanimità.
Dopo questa prima votazione, la sindaca Silvia Salis è intervenuta sui successivi ordini del giorno in discussione, quello presentato dal consigliere di Vince Genova Pietro Piciocchi in solidarietà al Magnifico Rettore, e quello presentato da Noi Moderati sull’estromissione della Fondazione Leonardo dal Festival della scienza, annunciando che la maggioranza avrebbe votato a favore, pur non condividendo parte dei documenti.
Nello specifico l’odg presentato dal consigliere di VG Piciocchi ha ad oggetto “Solidarietà al Magnifico Rettore dell'Università di Genova, tutela dei diritti di studenti e lavoratori alle dipendenze dell'Università, salvaguardia del patrimonio pubblico” e impegna sindaca e Giunta a “Manifestare pubblicamente e senza ambiguità la solidarietà dell’Amministrazione comunale al Magnifico Rettore per le gravi offese e minacce subite; porre in essere, per quanto di competenza, ogni utile iniziativa per assicurare che il diritto di manifestazione del pensiero degli studenti appartenenti al collettivo occupante si svolga nel rispetto del diritto allo studio, della libertà di insegnamento, del diritto al lavoro del personale dipendente dell'Università, della sicurezza di studenti e docenti, nonché nella salvaguardia della tutela del patrimonio storico-artistico della Città; ad adoperarsi, per quanto di ragione, in collaborazione con le altre competenti istituzioni, perché simili episodi non abbiano più a ripetersi”.
L’odg è stato approvato all’unanimità dal Consiglio comunale con 38 voti favorevoli.
Il secondo odg straordinario, presentato dalla consigliera di Noi Moderati Ilaria Cavo e sottoscritto da tutti i gruppi di opposizione, ad oggetto “Estromissione della Fondazione Leonardo dal Festival della scienza – richiesta di intervento della sindaca e della giunta per il ripristino della partecipazione della fondazione”, impegna sindaca e Giunta a “Esprimere una posizione ufficiale riguardo all'estromissione della Fondazione Leonardo dal Festival della Scienza, chiarendo le ragioni di tale decisione e le modalità con cui si è giunti ad essa; assicurare un tavolo di confronto tra il Comune, la Fondazione Leonardo, e gli organizzatori del Festival, con l’obiettivo di risolvere le problematiche emerse e trovare soluzioni condivise che permettano la piena partecipazione di tutte le realtà rilevanti; garantire la trasparenza e la comunicazione delle decisioni relative alla programmazione e gestione del Festival, al fine di mantenere alta la fiducia dei cittadini e degli enti coinvolti. L’odg è stato approvato all’unanimità dal Consiglio comunale.
L’ultimo ordine del giorno straordinario, ad oggetto “Valorizzazione del sistema dei Forti” presentato dal capogruppo della Lista Civica Silvia Salis, Filippo Bruzzone e sottoscritto da tutti i gruppi di maggioranza, impegna sindaca e Giunta “A non rinunciare al finanziamento ottenuto a valere sulle risorse del Piano Nazionale Complementare, destinato alla riqualificazione e valorizzazione del sistema dei Forti; a studiare e proporre la soluzione progettuale più adeguata, sostenibile ed efficace per il raggiungimento e la valorizzazione del sistema dei Forti, garantendo la piena coerenza con le finalità del finanziamento e il miglior interesse della città e dei cittadini”. L’ordine del giorno è stato approvato con 24 voti della maggioranza, 4 contrari e 9 astenuti.
Si è poi proceduto con i lavori del Consiglio e l’ordine del giorno della seduta odierna. Il primo punto da discutere è stato la delibera di Giunta al Consiglio riguardante la “Modifica del Regolamento della conferenza cittadina delle istituzioni scolastiche autonome statali e paritarie dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione”. Il presidente del Consiglio Claudio Villa ha posto in discussione l’atto su proposta dell’assessora ai Servizi Educativi, Diritto all’Istruzione, Formazione, Personale, Pari Opportunità e Politiche di genere, Rita Bruzzone. La proposta prevede “di approvare le modifiche al Regolamento Conferenza cittadina delle istituzioni scolastiche autonome statali e paritarie dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione del Comune di Genova”. La delibera è stata approvata con 24 voti favorevoli della maggioranza. L’opposizione si è astenuta (13 voti)
Il secondo punto all’ordine del giorno è la mozione “Progetto MoVe-In” presentata dal consigliere del Gruppo misto Antonino Gambino. Con questo atto si impegna sindaca e Giunta ad “attivarsi presso la Regione Liguria, per il tramite della cabina di regia citata nelle premesse, per favorire l’avviamento della sperimentazione dell’app “MoVe-In” (Monitoraggio dei VEicoli Inquinanti) attualmente utilizzata dalle Regioni Piemonte e Emilia Romagna, anche in Regione Liguria e nel territorio della Città Metropolitana di Genova in particolare”.
Su questo atto è stato presentato un ordine del giorno dai consiglieri della Lega Bordilli e Bevilacqua, con cui si chiede alla Giunta di “Valutare deroghe per i commercianti i cui mezzi sono considerati camion-negozi”.
La Giunta, attraverso l’assessore Robotti, ha espresso parere negativo sia all’ordine del giorno, che alla mozione. L’odg è stato respinto con 24 voti contrari della maggioranza e 13 voti a favore dell’opposizione.
La mozione è stata respinta con 22 voti contrari della maggioranza e 11.
In accordo con la proponente, ovvero la consigliera del PD Canessa Cerchi, la mozione sull’intitolazione a Gino Strada è stata rinviata al prossimo Consiglio comunale.
La seduta si è chiusa alle 19,48.
«Nella trasmissione andata in onda su Rete4 sono state mostrate anche immagini del 2023, il che suscita qualche dubbio sull'attualità del montaggio. In totale dall'insediamento del governo Meloni ad oggi sono arrivati circa 250.000 immigrati via mare; gli strumenti di integrazione sono limitati; a Genova i minori accompagnati sono 400, le strutture sono poche e mancano finanziamenti statali, spesso anticipati dal Comune per milioni di euro. Lo Stato, quindi, con il governo Meloni, non contribuisce ad una vera ed efficace integrazione. Le nuove droghe come il crack sono molto diffuse e creano situazioni di spaccio di consumo e di dipendenze, ma queste criticità non possono essere affrontate solo dalla Polizia Locale, ma anche mediante percorsi di reinserimento sociale e allontanamento dal mondo della droga. Sussiste inoltre, con specifico riferimento al centro storico, una desertificazione commerciale con la sostituzione di attività storiche e con altre di breve durata di dubbia legalità che, evidentemente, sono state permesse durante la precedente amministrazione. Per questo oggi ringrazio la collega Beghin che ha preso in carico questa criticità e sta lavorando seriamente a queste situazioni di degrado e di abbandono commerciale. Occorre precisare che, con la nuova ordinanza del Questore, che ha l'autorità di pubblica sicurezza e che coordina l'azione delle diverse forze di polizia, emanata ad inizio luglio, in materia di sicurezza e sorveglianza del centro storico abbiamo superato il precedente criterio della tripartizione e riorganizzato la presenza della Polizia Locale sul territorio, garantendo i servizi nell'arco del 24 ore, cosa che prima non era essendo limitato alla giornata, e concentrando gli interventi nelle zone più critiche. Sono inoltre effettuati controlli sistematici soprattutto nella zona del Porto Antico, finalizzati a prevenire i fenomeni di abusivismo commerciale, le molestie di parcheggiatori abusivi e il contrasto al piccolo spaccio, con unità cinofila antidroga. Vorrei anche ricordare la complessa operazione antidroga terminata con successo pochi giorni fa che ha portato al deferimento all’Autorità Giudiziaria di oltre 30 persone tra fornitori e spacciatori sul territorio. Intendiamo intraprendere molte iniziative e particolare attenzione verrà posta alle politiche di rafforzamento delle attività commerciali presenti, rivitalizzando aree ormai desertificate e restituendone un utilizzo sicuro alla cittadinanza. Continua anche il dialogo con le associazioni ed i comitati cittadini, proseguono gli incontri periodici con il Prefetto e il Questore nell'ottica proprio di rafforzare il coordinamento e, da ultimo, ricordo l'impegno speso in prima persona dalla sindaca che, in occasione della recente visita nel centro storico, ha pubblicamente chiesto al ministro degli Interni uno stanziamento di maggiori risorse destinate alla sicurezza» Lo ha detto l’assessora alla Sicurezza urbana e Polizia Locale Arianna Viscogliosi rispondendo all’interrogazione del consigliere di Fratelli d’Italia Nicholas Gandolfo, richiedente “Informazioni in merito alla situazione di degrado, spaccio e delinquenza presente nel nostro centro storico”.
«Rispetto alla riforma nazionale della Disabilità, introdotta dal decreto legislativo 62/2024, siamo in una fase sperimentale che ci vede lavorare con Regione Liguria. Il problema maggiore di questa riforma è che non è finanziata dal governo, pur andando a rilanciare il tema fondamentale del “Progetto di vita” che è sempre stato chiesto negli anni dalle associazioni dei familiari e che, in realtà, già viene formulato nell’ambito della definizione delle misure e definito oggi un pilastro di questa riforma. Il “Progetto di vita” è rivolto alle persone da 0 e 70 anni che possono presentare domanda in ogni momento, se hanno già riconosciuto lo stato di disabilità in base a quanto previsto dalla storica legge 104/92. Chi rientra in questa casistica, può andare sul sito di Filse per presentare la domanda con una proposta specifica per la propria vita. Chi invece non ha questo riconoscimento, può rivolgersi al proprio medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta: entrambe le figure fungono da enti certificatori che, per questo riconoscimento, fanno direttamente domanda all’INPS. Ci sarà la convocazione di una commissione che valuterà questo tipo di riconoscimento e, a quel punto, volendo, si potrà fare domanda per il “Progetto di vita”. Filse è l’ente certificatore di questa richiesta e avrà 120 giorni di tempo per poter rispondere e assegnare la definizione del “Progetto di vita”: a quel punto ci sarà un riferimento sociale e sanitario per ogni ambito territoriale che andrà a definire le richieste in una specifica commissione multidisciplinare. Con la nuova legge sulla disabilità non si corre nessun rischio di perdere diritti, che non vengono minimamente intaccati: l’unica vera preoccupazione, in ambito sociale e sanitario, è l’assenza di finanziamenti per l’implementazione di personale e l’attuazione del “Progetto di vita”, di cui però condividiamo l’approccio. Il Comune di Genova, attraverso l’indirizzo e-mail asswelfare@comune.genova.it, è a disposizione dei cittadini che desiderino avere informazioni: inoltre, sul sito del Comune di Genova sono elencati tutti gli sportelli a cui le persone possono rivolgersi per avere ulteriori informazioni su come fare le domande». È la risposta dell’assessora al Welfare, Servizi sociali, Terza età e Disabilità Cristina Lodi alla consigliera Maria Luisa Centofanti di Riformiamo Genova con Silvia Salis che chiedeva “informazioni sul modo con cui l'amministrazione comunale è coinvolta nella sperimentazione del decreto legislativo 62/2024, riforma nazionale della disabilità. Quali sono le informazioni più utili e necessarie da diffondere a chi è interessato da questa norma?”.
«Il progetto Nottambula non nasce dal Comune ma dal territorio, in particolare dalla Casa delle donne - Brigata Alice, una realtà vicina a Tursi e attiva da anni nel centro storico. L’idea si ispira all’esperienza bolognese e, proprio per questo, prima di prendere qualunque decisione, stiamo svolgendo degli approfondimenti attraverso incontri con la rete che ha sperimentato il progetto a Bologna e con le associazioni del centro storico della zona del Molo. In concreto il progetto parla di introduzione di Street Host, operatori del terzo settore formati e retribuiti, con competenze di ascolto, mediazione e orientamento ai servizi. Lavoreranno nei giorni e nei luoghi della movida, in particolare dal giovedì al sabato, con un’attenzione speciale alle persone più fragili, come giovani donne, minori, anziani, disabili o altri soggetti con vulnerabilità. Attualmente siamo in una fase di valutazione embrionale, quindi nei prossimi passaggi condivideremo le idee progettuali con le associazioni, gli operatori economici e i residenti del centro storico del sestiere, per definire insieme il perimetro e le eventuali modalità di organizzazione e applicazione del progetto. In caso di esito positivo, qualsiasi attivazione sarà accompagnata da un monitoraggio trasparente e si inserirà in un approccio integrato alle politiche notturne, accanto ovviamente ad altri interventi di rigenerazione urbana, primo tra tutti l’illuminazione, l’arredo, la video sorveglianza. Il progetto di Bologna prevede un numero WhatsApp per contattare gli Street Host di Nottambula, quindi un numero dedicato per contattarli se di notte non ti senti a tuo agio e hai bisogno di una mano nelle zone presidiate. Cosa fanno? Chi risponde a questo numero? A cosa serve? Si può chiedere l’accompagnamento a piedi fino alla fermata o al taxi o a un punto sicuro dell’area presa in considerazione, quindi il sestiere del Molo. Fanno mediazione leggera, orientamento ai servizi. Rispondono operatori e operatrici e gli Street Host sono appositamente formati: voglio precisare che non si tratta di un numero di emergenza: per quello esiste solo ed esclusivamente il 112. Nottambula è un presidio sociale del terzo settore, di ascolto, mediazione, accompagnamento, mentre le funzioni di controllo del territorio e di polizia giudiziaria restano di competenza della Polizia Locale, del Nucleo centro storico e del GOCS. Detto in maniera semplice: Nottambula fa prossimità sociale nelle zone della movida del sestiere del Molo, controlli e indagini restano in capo alla Polizia Locale». È questa la risposta dell’assessora alla Sicurezza urbana e Polizia Locale Arianna Viscogliosi alla seguente interrogazione del consigliere Sergio Gambino (Gruppo Misto): “Dalle dichiarazioni dell’assessore alla Sicurezza sembra prossima l’attuazione di un progetto in collaborazione con la Polizia locale, che prevede il coinvolgimento di associazioni già attive sul territorio, rivolto a chi non si sente sicuro, specialmente di notte nelle zone del centro storico. Si chiedono chiarimenti relativamente a questo progetto e al numero dedicato in caso di pericolo”.
«Relativamente alla Genova Jeans Week e a Genova Jeans devo affermare, dati alla mano, che sono state tutt’altro che un successo. La lettura dei dati relativi a tali eventi ha portato questa amministrazione a dover prendere atto, in maniera inoppugnabile, di spese ampiamente fuori da ogni criterio potenziale di sostenibilità, sia in relazione alla progettazione dell’evento, sia in relazione alla misurazione dell’impatto e delle ricadute su cittadini e turisti, così come sulle attività produttive del tessuto territoriale coinvolto. Su quest’ultimo punto, per altro, non esistono indagini accurate relative alle presunte ricadute di carattere sociale e di carattere economico: gli unici dati certificati sono relativi agli ingressi presso spazi che potevano erogare biglietti o verificare la presenza di visitatori con modalità proprie, mentre per le altre presenze ci si affida a stime, di cui non sono note – nella documentazione disponibile – le modalità di accertamento. Ho fatto ulteriori verifiche, notando che non erano state calcolate nelle spese per le edizioni 2023/2024 i costi a gravare sul bilancio 2022, ma previsionali per il 2023: al netto di queste verifiche i costi complessivi risultano quindi più alti di quelli da me precedentemente comunicati, salendo a 1.597.272 euro. I dati delle presenze certificate, quelli di accessi museali, si attestano – secondo i documenti in nostro possesso – a 4.713 nel 2024 e 2.860 nel 2023, che avevo arrotondato (al rialzo) a diecimila presenze nella mia precedente comunicazione. Sono poi indicati numeri non verificabili in generale sul pubblico, di cui però – ripeto – non sono noti i sistemi di calcolo e verifica, come anche specificato dagli uffici competenti. Da parte di questa amministrazione, dunque, non sono attualmente previste attività su queste tematiche in ragione di questi squilibri, risultati in una enorme perdita di credibilità del format che – se vorrà essere replicato – dovrà essere completamente trasformato e ristrutturato, guadagnando – in primis – una sostenibilità economica e, in seconda battuta, ricevendo una concreta valutazione degli impatti sul territorio, a livello sociale ed economico». Lo ha detto l’assessore alla Cultura Giacomo Montanari rispondendo all’interrogazione della consigliera Anna Orlando di Vince Genova riguardante “la manifestazione Genova Jeans Week: considerato che non risulta calendarizzata alcuna edizione 2025, si chiede alla Civica Amministrazione se e come intende procedere per la valorizzazione di tale patrimonio artistico e proseguire con gli eventi espositivi che avevano portato a ottime performance dei musei ospitanti».
«Ringrazio il consigliere per questa interrogazione che mi offre l’opportunità di portare all’attenzione di quest’aula i contenuti di alto profilo che sono emersi dalla terza edizione degli Stati generali europei del turismo LGBTQIA+, che è stato un appuntamento importante, non un semplice convegno: è stato veramente un momento di analisi strategica e di confronto su quelle che sono le sfide e le opportunità per le città europee. È un evento che è stato patrocinato, tra gli altri, del Parlamento europeo e con la collaborazione di realtà di altissimo profilo. Sicuramente ci sono delle buone pratiche che sono emerse e che vorrei condividere, ma soprattutto voglio condividere gli esiti e le indicazioni strategiche che potremo fare nostre per Genova. Dal summit è emerso con chiarezza un dato incontrovertibile, che è stato supportato dalle analisi di mercato: l'inclusività non è soltanto un dovere etico e sociale che noi come giunta abbiamo ben chiaro, ma è un formidabile motore di sviluppo economico. Le città che investono in politiche di accoglienza LGBTQIA+ registrano crescite record nei flussi turistici. Se pensiamo a Barcellona, Dublino, Parigi, abbiamo visto incrementi fino ad oltre il 600% delle presenze: numeri veramente importanti al contrario di quelle città che adottano politiche restrittive, registrando crolli drastici di questi flussi. Direi che si tratta già di un punto molto importante per lo sviluppo del turismo nella nostra città, che deve saper rivolgersi a tutti i viaggiatori, prima aiutandoli a pianificare la vacanza in anticipo e poi accogliendoli adeguatamente, al fine di prolungarne il più possibile la permanenza sul nostro territorio, con un’evidente ricaduta positiva su tutta la filiera. Sul fronte del turismo LGBTQIA+ abbiamo ancora molta strada da fare ed è per questo che ho voluto essere presente a quel dibattito. Per quel che riguarda le buone pratiche e le indicazioni, sicuramente ci sono alcune linee guida precise che potremmo declinare nella nostra città per farne una destinazione certificata, come avvenuto a Milano su iniziativa dell’assessora Romani che ha lavorato al primo esempio italiano di destination Management LGBTQIA+. Non si tratta di organizzare semplicemente un Pride, ma di creare un sistema integrato che formi gli operatori turistici, certifichi le strutture ricettive e promuova un'offerta culturale di intrattenimento attenta alle diverse esigenze. Infine, voglio sottolineare come il Pride sia un evento molto attrattivo turisticamente per la nostra città, ed è per questo che saremo sempre più presenti nelle prossime edizioni con l’obiettivo di fare del Genoa Pride un evento più strutturato, non solo per l’evento in sé, ma per la creazione di un’intera settimana di eventi. Insomma, la nostra amministrazione vuole fortemente investire nella direzione di una Genova più giusta, più aperta, più europea e, non da ultimo, più attraente sul piano turistico: una sfida che siamo pronti a raccogliere». È la risposta dell’assessora al Turismo Tiziana Beghin all’interrogazione del consigliere Edoardo Marangoni del Partito Democratico che interrogava così la Giunta: “Vista la partecipazione dell’assessora Beghin agli Stati Generali del turismo LGBTQIA+, il cui tema scelto per questa edizione è stato “Europe’s Summit for LGBTQ tourism: inclusion between East and West”, svoltosi a Milano il 30 settembre e 1° ottobre, si chiede quali siano le buone pratiche e gli esiti di cui fare tesoro anche per la città di Genova”.
«L’ex bar Libeccio, collocato sul Lungomare di Pegli, non è un bene confiscato alla mafia propriamente detto, risultando al momento dissequestrato, la cui gestione è in capo ad Autorità di Sistema Portuale. Erano stati rilevati una serie di abusi da parte del precedente concessionario che aveva utilizzato il bene per finalità illecite. Non ci risulta che la precedente amministrazione abbia mai adottato un atto formale per richiedere il coinvolgimento del Comune di Genova nella gestione del bene, ed è questa la direzione verso la quale dobbiamo andare. Si tratta di un tema non solo amministrativo, ma anche politico e simbolico, trattandosi come detto di un bene che era stato confiscato alla criminalità organizzata e che intendiamo restituire alla collettività. Il nostro obiettivo è ottenere il bene tramite concessione demaniale: a questo fine, ho chiesto ai miei uffici di organizzare un sopralluogo tecnico a cui dovrà partecipare anche il Municipio, che vediamo come una componente fondamentale per immaginare la governance futura dell’immobile, con la partecipazione attiva di cittadini e associazioni che lo utilizzino in futuro per finalità sociali e istituzionali. Invito lei e chiunque sia interessato a partecipare al sopralluogo su questo bene così importante, ripeto, dal punto di vista non solo amministrativo, ma anche politico e simbolico». Ha risposto così l’assessore al Demanio marittimo, Rapporti con i municipi e Partecipazione dei cittadini Davide Patrone all’interrogazione di Filippo Bruzzone, consigliere della Lista civica Silvia Salis sindaca, che chiedeva alla Giunta: “Ricordata l’esigenza di restituire alla collettività il locale denominato ‘Libeccio’ sito sul Lungomare di Pegli oggi sotto sequestro e in possesso di Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, si chiede quali azioni abbia intrapreso la Civica Amministrazione per restituire il suddetto bene alla comunità ponentina e non solo”.