
Presentati 15 ordini del giorno e 328 emendamenti alle linee programmatiche della Giunta
Dopo la discussione degli articoli 54, interrogazioni a risposta immediata, con 41 consiglieri presenti, sono iniziati i lavori del Consiglio comunale.
Il presidente del Consiglio comunale Claudio Villa ha chiesto all’aula di osservare un minuto di silenzio per la morte dello sciatore genovese Matteo Franzoso, avvenuta a seguito di un tragico incidente sulle piste in Cile.
È poi iniziata la discussione in aula riguardante le linee programmatiche della Giunta, già presentate durante la scorsa seduta del Consiglio comunale dalla sindaca Silvia Salis.
Sono stati presentati dall’opposizione 15 ordini del giorno, di cui 13 dal gruppo di Fratelli d’Italia e due dal gruppo della Lega (che alleghiamo al report) ed è stato discusso un primo blocco di emendamenti, nello specifico i primi 12 presentati dal consigliere di Forza Italia Mario Mascia.
Alle 12,30 la seduta è stata sospesa.
Alle 13,30 la seduta è ripresa con la discussione degli altri emendamenti presentati dai vari gruppi consiliari. Sono stati illustrati gli emendamenti del consigliere Sergio Gambino del Gruppo misto, alcuni emendamenti del gruppo di Fratelli d’Italia e alcuni emendamenti del gruppo Vince Genova.
Alle 16 il consiglio è stato sospeso per permettere la riunione dei Capigruppo. Alla ripresa dei lavori il gruppo Vince Genova ha potuto proseguire l’illustrazione dei propri emendamenti.
In totale sono stati presentati 328 emendamenti, di cui 145 dal gruppo Vince Genova, 58 dal gruppo Fratelli d’Italia, 54 della Lega, 44 di Noi Moderati, 12 da Forza Italia e 11 dal Gruppo misto (che alleghiamo al report).
I pareri della Giunta sugli ordini del giorno e sugli emendamenti presentati da maggioranza e opposizione, saranno espressi nella seduta del 23 settembre.
Il consiglio si è chiuso alle 17,30. La discussione verrà ripresa domani mattina a partire dalle 9.
«I lavori sulla tratta Brin-Canepari, come notato dai cittadini di Certosa, erano fermi da più di un anno. Le loro lamentele erano arrivate anche ai vostri tavoli e sapete perfettamente che la Direzione comunale Infrastrutture aveva palesato un’estrema difficoltà a rapportarsi con l’impresa esecutrice: in cantiere mancavano gli operai, malgrado da contratto ne fosse previsto un numero cospicuo, e i lavori non procedevano. Molti cittadini di Certosa, con cui ho parlato, sono stati d’accordo sulla nostra decisione di rescindere il contratto con l’impresa, dopo una sostanziale stasi di più di un anno. Dopodiché, quando si prendono decisioni così importanti, si prendono calcolando rischi ed effetti positivi. Se non avessimo rescisso il contratto, ci saremmo ritrovati con un avanzamento dei lavori non performante: di qui la decisione di assumersi l’onere di rescindere il contratto per riprendere in mano i lavori ed affidarli ad una nuova impresa esecutrice in grado di terminarli. Tra l’altro il contratto prevedeva anche il completamento della tratta Brignole-Martinez, dove i cittadini non si sono potuti neppure lamentare del cantiere perché il cantiere non l’hanno mai visto, con i lavori sostanzialmente fermi dopo due anni. I lavori sulla tratta Brin-Canepari erano stati eseguiti per il 50%, con una produzione nell’ultimo anno del 5% e un ritardo stimato di 2 anni per il completamento dell’opera; invece, i lavori sulla tratta Brignole-Martinez erano solo al 10% di completamento, con una cooperazione dell’impresa esecutrice pari a zero. Sulla base di questo quadro, e vista la reazione inadeguata dell’appaltatore alle nostre segnalazioni rispetto agli inadempimenti degli obblighi contrattuali, sulla base di un percorso iniziato nel ciclo amministrativo precedente abbiamo deciso, alla fine, come previsto dal Codice dei Contratti Pubblici, di procedere alla risoluzione contrattuale per grave inadempimento: una decisione che comporta dei tempi aggiuntivi per la ricerca di un nuovo appaltatore, ma comunque preferibile al fine di garantire tempi certi per il completamento delle due tratte. Oggi l’amministrazione, tramite le sue strutture tecniche, è impegnata in un confronto con il consorzio aggiudicatario dei lavori al fine di esplorare la possibilità di un accordo per la risoluzione contrattuale che sia vantaggioso per il Comune, oltre ad impedire nuove contenzioni in futuro ai danni della regolare esecuzione dei lavori. Salvo la possibilità di un subentro, nell’appalto, di un’impresa appartenente al consorzio aggiudicatario, in caso di rescissione del contratto il Comune scorrerà la graduatoria, nel rispetto delle normative vigenti, interpellando il secondo e il terzo classificato. Sempre in base al Codice dei Contratti Pubblici, in caso di interpello, l’affidamento dei lavori al nuovo soggetto economico avverrà alle medesime condizioni, quindi senza incrementi del quadro economico. In caso di procedura di interpello, verranno pubblicate nuove gare in parallelo per il completamento dei lavori».
Ha risposto così l’assessore alle Opere strategiche e infrastrutturali Massimo Ferrante all’interrogazione del consigliere della Lega Alessio Bevilacqua che chiedeva: “A seguito della scelta dell'amministrazione comunale di rescindere il contratto con l'impresa aggiudicataria per la realizzazione della metropolitana per la tratta Brin-Canepari, si chiede di relazionare l'aula di come la giunta voglia affrontare questa fase e di indicare le tempistiche per la ripresa dei lavori, oltre che definire la variazione del quadro economico per la realizzazione dell’opera”.
«Il periodo di sperimentazione del Taser non ha mai avuto inizio. Secondo la normativa vigente, che è il decreto legislativo n.113/2018, è condizione necessaria per l’utilizzo del Taser all’interno del corpo. Per poterlo fare, poi, è necessario ancor prima un regolamento comunale che definisce le modalità della sperimentazione stessa, in particolare in base ai principi di precauzione e sicurezza, che sono alla base e a fondamento della tutela di tutti e dell’incolumità pubblica. Questo regolamento non è mai stato emanato e dagli uffici tecnici ci riferiscono che nel 2022 il comando aveva avviato le pratiche per l’adozione del Taser su indicazione dell’amministrazione comunale in carica. Nel dicembre dello stesso anno il comandante aveva sottoscritto una convenzione di collaborazione con la ASL, valida fino al completamento delle attività formative. Nel marzo del 2023 sono state firmate da ASL e dal comandante le linee tecniche operative relative all’utilizzo di questo strumento. A luglio dello stesso anno sono stati informati i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, RLS e le organizzazioni sindacali. A novembre, poi, sono stati acquisiti due dispositivi Taser e nel 2024 è stato adottato un manuale tecnico-operativo per l’addestramento e la sperimentazione, ma l’assessore alla Sicurezza in carica in quel momento, ha interrotto le procedure di adozione. Quindi, alla luce di quanto sopra, si conferma che in assenza di un regolamento comunale così come previsto dalla normativa vigente, la sperimentazione non è stato mai formalmente avviata».
È questa la risposta dell’assessora alla Polizia locale e alla Sicurezza urbana Arianna Viscogliosi all’interrogazione della consigliera del Partito Democratico Donatella Alfonso in cui si legge: “A fronte di alcuni drammatici casi di morte - tra cui il più recente nell’entroterra genovese - seguiti all’utilizzo del Taser da parte delle forze dell’ordine, benché in attesa di chiarimenti su cause e responsabilità dei decessi, si interrogano la sindaca e la giunta se i due apparecchi Taser che risultavano in sperimentazione presso la Polizia locale di Genova siano ancora in previsione di utilizzo e se la sperimentazione sia tuttora in atto a fronte delle molte controverse vicende riguardanti l’uso di queste apparecchiature”.
«Ringraziando il consigliere per l’interrogazione, voglio precisare che si tratta di una problematica molto ampia che abbraccia congiuntamente due funzioni quali scuola e personale. Rispondendole in maniera puntuale, le dico che venerdì scorso ho appreso anch’io dalla Direzione, a cui faccio i complimenti per il lavoro eccezionale condotto in queste settimane, che avevamo una mancanza di organico per la sezione Primavera della scuola dell’Infanzia Glicine, con 14 famiglie interessate contro le 8 relative all’asilo Aurora, situato a circa 2,5 km di distanza dalla Glicine. Per via della temporanea mancanza di organico, abbiamo deciso di fare uno spostamento da Quezzi: un impegno che ho assunto dopo un incontro con le famiglie volto a intraprendere, insieme a loro, un percorso condiviso. Qualche famiglia chiedeva il tempo parziale, ma come si sa con questa modalità di offerta formativa nel pomeriggio i bambini sono a casa e, con questa soluzione, quindi, non si riesce a dare una risposta completa alle esigenze delle famiglie. Ho dunque invitato i genitori a una scelta diversa, con lo spostamento dei bimbi all’asilo Aurora. C’è stato, come spesso avviene in casi come questi, qualche momento di discussione ma, alla fine, 8 famiglie hanno deciso di condividere questa soluzione, 4 sono tornate ai nidi di provenienza e 2 hanno deciso di aspettare. Non vogliamo chiudere la sezione Primavera della scuola Glicine, anzi: e infatti, proprio in questi giorni si stanno facendo dei colloqui. A luglio avevamo un buco in organico di 19 unità, diventate nel frattempo 27. In questo momento sono partiti gli avvisi per supplenze brevi. Per quanto riguarda la Bernabò Brea, si tratta di un’altra situazione temporanea. Ieri la responsabile dell’Ambito ha incontrato i genitori che incontrerò anche io: c’è anche un tema sindacale che andrò ad affrontare a brevissimo, oltre al tema di qualche ordine di servizio temporaneo per andare a coprire altre sezioni. L’obiettivo è di assumere velocemente le insegnanti che mancano, in modo da procedere all’apertura normale delle scuole».
È la risposta dell’assessora ai Servizi educativi Rita Bruzzone all’interrogazione del consigliere Pietro Piciocchi di Vince Genova che interrogava così la giunta: “Appreso dagli organi di stampa che, la sezione primavera della scuola dell'infanzia Glicine non sarà attivata per il prossimo anno scolastico, circostanza della quale i genitori sono venuti a conoscenza solo alcuni giorni fa, si chiede alla Civica Amministrazione di conoscere le motivazioni di tale decisione e le ragioni per cui la stessa è stata comunicata alle famiglie solo all'ultimo momento, tenuto conto degli impegni assunti da questa amministrazione volti al potenziamento dei servizi educativi”.
«Effettivamente questo è un argomento che può sembrare sottovalutato, ma io vi posso solo dire che quando si parla del rio Rovare bisognerebbe sempre associarlo al Noce e al Fereggiano, perché tutto parte con il piano Monti-Città per cui, nel 2013, la giunta Doria era riuscita a ottenere un finanziamento del governo, implementato con 5 milioni del dipartimento Italia sicura, 15 milioni di mutuo contratto dal Comune e altri 25 milioni dal governo con il compito di mettere in opera lo scolmatore del Fereggiano che, nel primo lotto, doveva ospitare anche il Noce e il Rovare. Si è dato corso ai lavori sul Rovare con i finanziamenti del governo Renzi, poi con quelli del ministero dell’Ambiente che si sono poi trasformati in fondi PNRR. Quando sono diventato assessore, l’11 giugno, è stato uno dei primi dossier che ho voluto prendere in mano e la notte del 3 settembre mi ha dato ragione, perché abbiamo scoperto che in realtà era tutto rimasto bloccato alle ultime esperienze che mi ricordavo dal 2022, quando avevo amministrato come presidente. Per tanto tempo in quella zona l’opera del rio Rovare è rimasta ferma al 65%, mentre non si è mai dato corso all’opera per il Noce. I finanziamenti erano fermi in Regione: 30 milioni in tutto, 10 per completare il Rovare e 20 per il Noce. Le progettazioni erano pronte e ora andranno riviste nel quadro economico, perché sono passati gli anni. Oggi pomeriggio la Direzione Lavori pubblici si riunirà per definire il Rup, il direttore dei lavori e tutta la squadra tecnica che dovrà gestire e affrontare questo appalto. Dobbiamo definire quale delle due possibili strade intraprendere: è un’opera dove c’è un commissario che è regionale. Possiamo fare una convenzione che preveda che noi siamo la stazione appaltante ma con una rendicontazione tutta in capo alla Regione, oppure, pur rimanendo stazione appaltante, i soldi vengono devoluti e quindi il quadro economico è gestito anche dal Comune. In ogni caso, non importa quale di queste due soluzioni verrà intrapresa: l’importante è riprendere velocemente i lavori, perché il 3 settembre San Fruttuoso si è nuovamente allagata, con il rio che è uscito proprio all’altezza di via San Fruttuoso che ci ha visti intervenire di notte per rimettere in sesto la circolazione. Se non agiamo resterà una incompiuta e ne va della sicurezza dei cittadini: mi dispiace che la scorsa amministrazione non abbia preso sul serio quest’opera e non abbia voluto completarla».
È questa la risposta dell’assessore ai Lavori pubblici Massimo Ferrante all’interrogazione della consigliera del Partito Democratico Vittoria Canessa Cerchi che chiedeva: “Considerato che i lavori relativi allo scolmatore del rio Rovare e del rio Noce rivestono un’importanza strategica per la messa in sicurezza idrogeologica del territorio e per la tutela dei cittadini residenti nelle aree interessate, e che tali opere possono comportare l’apertura di cantieri con possibili modifiche temporanee alla viabilità e alla fruibilità degli spazi urbani, si interroga l’assessore competente per conoscere il cronoprogramma dettagliato degli interventi e se siano previste, con adeguato anticipo, le necessarie comunicazioni alla cittadinanza riguardo eventuali cantieri e cambiamenti alla viabilità”.
«Per quanto riguarda gli interventi nei torrenti e nei rivi, questi saranno completati alla fine di questo mese. I lavori non hanno previsto soltanto l’eliminazione della vegetazione. Difatti siamo stati molto attenti anche all’aspetto ecologico: è stata mantenuta la vegetazione che permette di salvaguardare la fauna. Insieme agli uffici tecnici sono state decise le priorità: priorità 1 - massima; 2 - media; 3 - bassa. Ho immediatamente stanziato 2 milioni di euro per la pulizia di rivi e torrenti e, una volta pronto l’elaborato, ho inviato il documento e l’elenco a tutti i Municipi e ho chiesto a tutti i presidenti un riscontro che non è arrivato. Dopodiché, con lo stanziamento di quei 2 milioni di euro, gli interventi hanno previsto non solo la pulizia dalla vegetazione, ma anche lo svuotamento delle vasche di sedimentazione e delle briglie a pettine. Gli interventi sono in corso, incominciati a metà giugno e finiranno, invece di fine settembre, a ottobre, perché abbiamo avuto situazioni di piovosità e di allerte che hanno impedito di andare avanti: in allerta non è consentito intervenire in alveo. Per quanto riguarda le caditoie, è stata fatta una commissione specifica. La città è divisa in due lotti, 1 e 2; il lotto 3 è gestito direttamente dalla Protezione Civile. In emergenza, per esempio, li abbiamo attivati quando ci sono state micro-inondazioni a San Fruttuoso e a Boccadasse e in altre zone della città. Abbiamo geolocalizzato 97mila caditoie e, di queste, 4mila necessitano di un intervento strutturale e bisogna prevedere, nel piano triennale delle opere pubbliche, di stanziare le risorse necessarie per intervenire e metterle in funzione. 4mila su 97mila può sembrare un numero limitato, ma queste sono quelle che poi creano problemi ai cittadini. Ricordo che l’intervento non può limitarsi all’autospurgo, visto che le caditoie richiedono interventi strutturali che vanno dalla bocchetta al raccordo, fatti da ditte specializzate. Una volta che riusciremo a mettere le nuove risorse nel piano triennale delle opere pubbliche, saremo in grado di ridare alla città 4mila caditoie funzionanti. La pulizia avviene una volta l’anno».
È questa la risposta dell’assessore alle Manutenzioni Massimo Ferrante all’interrogazione del consigliere di Orgoglio Genova Vincenzo Falcone che interrogava la giunta comunale “per conoscere lo stato attuale dei lavori di messa in sicurezza di rivi e torrenti nel territorio comunale e se siano stati pianificati interventi prioritari per la stagione autunnale” e “sulla situazione attuale delle caditoie e se previsto monitoraggio e pulizia suppletiva in zone ritenute critiche”.
«I lavori di realizzazione della pista ciclabile in Valpolcevera sono un tema già ampiamente trattato con un importante impegno assunto dal nostro assessorato, e anche mio personale, per avere una massima consultazione sul territorio. Parliamo di un progetto finanziato dal PNRR per quasi 2,2 milioni di euro, con tutti gli obblighi che ne derivano in termini di rendicontazione e possibilità di conferma del finanziamento. La prima cosa da tener presente, rispetto ad eventuali proposte di modifica dei lavori, è che una non collaudabilità del progetto a causa di eventuali difformità in sede di collaudo e rendicontazione, avrebbe conseguenze molto gravi, con un impatto non indifferente sul bilancio comunale. Il progetto prevede, oltre alla realizzazione della ciclovia, anche una serie di importanti opere collaterali di rigenerazione urbana come la realizzazione di aiuole e la piantumazione di alberature urbane con varie funzioni: incremento benessere psicofisico della cittadinanza, aumento della sostenibilità ambientale, creazione zone d’ombra e conseguente mitigazione delle isole di calore, anche a tutela della biodiversità. Diversi tratti stradali interessati dal progetto e compresi dal ponte Divisione Acqui fino a ponte Ratto erano utilizzati, in passato, solo come sosta per rimorchi e veicoli pesanti: il marciapiede era strettissimo, mancava l’illuminazione e la ringhiera sul fiume non era a norma. Una situazione di estremo disagio risolta con anche la revisione del sistema di raccolta delle acque stradali e l’eliminazione delle barriere architettoniche. A seguito di una lunga e proficua consultazione con i comitati del territorio, consiglieri regionali e municipali, il presidente di municipio Versace e i sindaci della vallata, abbiamo concordato con loro alcune modifiche che il Rup, Responsabile unico del procedimento, ha ritenuto compatibili con il progetto, quindi con la possibilità di fare il collaudo e rendicontare regolarmente gli interventi. Tra questi la sostituzione dell’intera ringhiera metallica sul fronte Polcevera, con un spesa di 270mila euro più Iva (intervento già eseguito); la modifica del tratto da via Perlasca fino alla rotatoria di via Polonio, mantenendo il verde ma ampliando le corsie sino a 50 metri prima della rotatoria (intervento parzialmente eseguito ed in corso); la modifica del tratto stradale da via Romairone all’intersezione con via San Biagio, con l’immissione diretta sulla via di scorrimento proveniente dal controviale, quindi la presenza di due corsie affiancate (intervento in fase di esecuzione). Infine, come concordato con il Municipio V e la Polizia Locale, è stata aumentata la capacità di carico della strada nel tratto che arriva a Salita inferiore di Murta, con la creazione di due corsie veicolari dove prima c’erano dei parcheggi, la maggior parte dei quali non erano occupati. In questo caso la modifica è stata eseguita. I lavori stanno andando avanti come da cronoprogramma: ovviamente le Direzioni Mobilità e Regolazione, assieme a Municipio V, Polizia Locale e Rup, possono prendere in considerazione altre richieste di modifica e di varianti che non vadano ad intaccare le parti sostanziali del progetto. Ricordo che il termine dei lavori è previsto il 31 dicembre di quest’anno, prima del collaudo finale. Eventuali modifiche, come quelle suggerite dal Municipio che però ad oggi non dispone dei fondi necessari, potranno essere realizzate anche successivamente».
È la replica dell’assessore alla Mobilità sostenibile Emilio Robotti alle interrogazioni dei consiglieri Enrico Vassallo e Fabio Gregorio del Partito Democratico che chiedevano rispettivamente: 1) “I lavori per la realizzazione della pista ciclabile della Valpolcevera , finanziata con fondi Pnrr, hanno determinato rilevanti criticità sulla viabilità della vallata; a seguito delle osservazioni del presidente del municipio V e delle segnalazioni dei comitati cittadini, il Comune ha condiviso alcune varianti finalizzate a ridurre l’impatto sul traffico; le principali modifiche rilevano, in via Polonio, il recupero di una corsia in direzione nord e demolizione delle aiuole, la variazione dei posteggi e la risagomatura della rotatoria, e in via Romairone la realizzazione di una corsia di immissione e riduzione del marciapiede fino al ponte Barbieri. Si chiede all’assessore competente di chiarire se tali varianti siano inserite nel cronoprogramma dei lavori, quali i tempi previsti, se vi siano impedimenti di natura economica o tecnica che ne ritardino l’attuazione e se sia previsto un aggiornamento periodico al municipio e al consiglio comunale sullo stato di avanzamento dell’opera”; 2) “Recentemente sono state condivise e illustrate delle importanti varianti al progetto della pista ciclabile della Valpolcevera “Superlavalle”. queste varianti risultano di fondamentale importanza per il miglioramento dell’opera. si chiede di avere informazione su quando queste migliorie del progetto saranno realmente realizzate e la descrizione dell’iter necessario a tal fine”.