Sirotti e i Maestri a Villa Croce

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18/06/2020
opera

Da domani al 13 settembre, un'emozionate mostra di Raimondo Sirotti al Museo d'Arte Contemporanea

Silvia Stefani

Il Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce riapre con Sirotti e i Maestri (dal 19 giugno al 13 settembre) una monografica di grande impatto, prodotta dal Comune di Genova e a cura di Anna Orlando, nell’ambito di un progetto legato al ricordo dell’artista genovese scomparso nel 2017.

 

«Un altro museo di primaria importanza torna ad essere visitabile dai cittadini e si ripresenta al pubblico con una mostra inedita e straordinaria, un omaggio a Raimondo Sirotti e alla sua ligusticità. Oggi Villa Croce riapre le porte della cultura genovese e lo fa con un’esplosione di luce, di colori, di positività ed energia: un messaggio di forza, di ottimismo, che accompagna la ripartenza artistica e culturale genovese» spiega l’assessore alle Politiche culturali Barbara Grosso.

 

La forza delle opere di Sirotti illumina l’estate di Genova, e trova nel verde del parco di Villa Croce la sua cornice ideale; il contenitore, un edificio storico con una propria personalità, viene trasformato in uno spazio completamente diverso e propone al visitatore un’esperienza inedita, in dialogo con le opere e con l’esterno. Come segnala Anna Orlando nel saggio che apre il catalogo della mostra, l’intento è di “accompagnare il visitatore da una Villa Croce letteralmente invasa dal profumo dell’opera di Sirotti al suo intimo universo creativo”.

 

Per questo riveste un ruolo centrale un allestimento basato fondamentalmente su esperienze immersive e coinvolgenti, spesso multisensoriali, che interpretano la grande forza emozionale dell’opera di Sirotti e di un linguaggio che, sia pure astratto, parte sempre da “una natura che si fa colore”. La realizzazione dell’allestimento è stata condotta, in base alle idee curatoriali, con la collaborazione di Francesca Serrati, conservatore del museo, e con lo “Studio Sirotti architettura e design” del figlio del maestro, Riccardo Sirotti.

 

L’esposizione, a cui molte famiglie genovesi partecipano prestando opere delle loro raccolte private, indaga le connessioni fra il mondo di Raimondo Sirotti e i maestri liguri del Novecento ma anche con i grandi protagonisti del barocco genovese a cui l’artista si è dichiaratamente ispirato, sia presentando esperienze nelle quali l’artista esplicitamente dialoga con autori e opere del passato, sia proponendo accostamenti richiamati da elementi comuni sul piano visivo, iconografico, cromatico.

 

La mostra, che conta un centinaio di opere, si apre con una tela di grandi dimensioni di collezione privata, con una presenza preminente del colore verde: le grandi superfici dipinte diventano porte su un mondo emotivo nel quale lo spettatore è invitato ad entrare. Il verde caratterizza anche la salita del grade scalone di Villa Croce, animato da migliaia di fogli realizzati dai ragazzi delle scuole genovesi per il progetto “Fogli che diventano Foglie“.

 

Al culmine della scala monumentale, il verde lascia posto al giallo, con i tre grandi pannelli del trittico Brezza tra le ginestre (1996) a occupare lo spazio in una esplosione di luce. Dal lampo giallo delle ginestre si entra in uno spazio buio, dove la proiezione delle Ninfee di Monet dialoga con i dipinti di Sirotti dello stesso tema, esplicito omaggio al pittore francese.

 

D’altro canto, il lavoro di Sirotti spesso richiama le suggestioni dell’Impressionismo e del post Impressionismo, soprattutto per il significato emotivo attribuito al colore. Segue una sala che racconta la relazione fra Edoardo Sanguineti e Sirotti: dedica un sonetto all’amico pittore nel 2015, “Vedo Verde”, intitolandolo con un rimando diretto al colore preferito della tavolozza sirottiana.

 

Un’esperienza multisensoriale permetterà di ascoltare i versi della poesia, di vederne il manoscritto, oltre a una serie di oggetti reinterpretati da Sirotti sul tema del verde, come una curiosa, tridimensionale cravatta. Fra la fine del Novecento e l’inizio del nostro secolo, i dipinti di Sirotti e soprattutto i soggetti floreali godono di grande successo presso il pubblico; il pittore ne realizza molti, con una rapidità che evoca la produzione seriale: ecco quindi la sala intitolata “Sirotti Pop”, dove una serie di tele dedicate ai fiori viene messa in relazione con l’opera dell’artista che seppe comprendere il potenziale espressivo della serialità nell’arte: Andy Warhol, presente in mostra con uno dei suoi Flowers.

 

Da qui, l’allestimento conduce alla serie di raffronti fra opere di Sirotti e i maestri della pittura genovese. Riguardo agli artisti del Novecento, quello di Sirotti è un omaggio esplicito in almeno un caso: il suo Il Castagno, infatti, ha come sottotitolo Omaggio ad Antonio Discovolo, che è presente con il suo dipinto del 1921 dello stesso soggetto proveniente dalle collezioni della GAM - Galleria d’Arte Moderna di Nervi.

 

Il percorso espositivo però propone anche altri accostamenti, ad esempio a Sexto Canegallo o a Plinio Lomellini. Il rapporto fra Sirotti e i pittori genovesi del Seicento è invece dichiarato in una serie di reinterpretazioni di opere barocche: dalla rievocazione del 1995 degli affreschi perduti di Giulio Benso per la chiesa dell’Annunziata, agli omaggi ad Anton Maria Vassallo o Alessandro Magnasco, fino alla grande e scenografica tela di Sirotti dalle collezioni della Camera di Commercio con Trionfo di David da Valerio Castello (2006). Sono tutti artisti che Sirotti sceglie per pura empatia:

 

«All’artista interessa l’esuberanza e l’estro di alcuni, mentre resta del tutto indifferente dinnanzi alla buona pittura di altri», sottolinea Anna Orlando. In molti casi la mostra propone un inedito confronto tra l’opera originale e la rivisitazione di Sirotti. Un episodio noto sono i due grandi arazzi realizzati per il foyer del Carlo Felice, autentiche trasfigurazioni da due opere del Grechetto e di Bernardo Strozzi, la prima delle quali (2005) chiude il percorso della mostra.

 

La mostra, prodotta dal Comune di Genova, fa parte di un progetto legato al ricordo del grande artista scomparso nel 2017, che la famiglia ha affidato ad Anna Orlando.

 

La mostra di Palazzo Ducale Raimondo Sirotti - Una lettura retrospettiva è rinviata al 2021, così come le due iniziative espositive collaterali studiate per il Museo Diocesano e il Museo dell’Accademia Ligustica di Belle Arti.

 

Il catalogo, curato da Matteo Fochessati e Anna Orlando è edito da Sagep; accompagna l’evento espositivo e vede coinvolti, oltre ai curatori, altri storici dell’arte (Grazia Di Natale, Marco Goldin e Giulio Sommariva).

 

Orari: giovedì e venerdì h 14-18, sabato e domenica h 10-18

 

Biglietto museo: €5, ridotto €3

 

I visitatori possono accedere al Museo nel rispetto del distanziamento sociale, fatto salvo per i nuclei familiari con figli minori che possono accedere insieme.

 

Per l’ingresso al Museo il visitatore:

- dovrà indossare la mascherina e igienizzarsi le mani

- effettuare il controllo della temperatura corporea: all’ingresso del museo è stata predisposta una postazione attrezzata, secondo le modalità indicate dal personale. Non potranno accedere al museo le persone con temperatura corporea superiore a 37.5°C

- seguire le regole del distanziamento sociale e le indicazioni riportate nella cartellonistica

- seguire il percorso indicato

 

Per motivi di sicurezza è momentaneamente interdetto l’uso del guardaroba ed è momentaneamente sospeso l’utilizzo dei sussidi alla visita.

Si raccomanda la prenotazione del biglietto online (servizio di prevendita € 1.50)

 

Il Comune di Genova ringrazia quanti hanno collaborato alla realizzazione della mostra:

 

MAIN SPONSOR Iren, Coop, Banca Sella

SPONSOR Banchero & Costa, Camera di Commercio, Madiventura

SPONSOR TECNICI Studio Sirotti architettura e design, Boero, Sagep Editori, Solari AXA assicurazioni

Ultimo aggiornamento: 04/04/2023