Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, da gennaio il comune di Genova avvia il primo progetto di educazione sessuo-affettiva

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25/11/2025
Sindaca Salis assessora Bruzzone

Coinvolti oltre 300 bambine e bambine 3-6 anni con le proprie famiglie

Sono oltre 300 le bambine e i bambini che, con le loro famiglie, parteciperanno al primo progetto, avviato in fase sperimentale, di educazione sessuale e affettiva organizzato dal Comune di Genova, in collaborazione con due centri anti violenza, Mascherona e Per non subire violenza. Si parte, dal prossimo gennaio, con i primi incontri che vedranno coinvolte le famiglie, sotto la regia e l’organizzazione dei responsabili di ambito delle scuole infanzia Firpo e Mazzini di Sampierdarena, Monticelli del Lagaccio e Santa Sofia nel centro storico.

«Non abbiamo mai avuto paura di esprimerci su questo tema che ora è diventato terreno di scontro politico - ha detto la sindaca Silvia Salis durante la presentazione del progetto - anche in questa città, fino all’anno scorso, erano tutti d’accordo. Ora, improvvisamente, qualcuno non lo è più: i temi cambiano di importanza quando l’aspetto culturale diventa populismo, intrattenimento da operetta politica. In questo Paese è impossibile pensare che non ci sia bisogno di educazione sessuo-affettiva nelle scuole ed è anche impossibile sostenere che debba essere una responsabilità a carico delle famiglie. Dicono che ci sono altri problemi: delegittimare questi temi è una forma di violenza che va combattuta».

«Grazie a questo progetto, centinaia di bambini e bambine inizieranno a prendere familiarità con un argomento di cui si parla sempre troppo poco - ha aggiunto - e lo faranno partendo da scuole dove si intrecciano diverse provenienze culturali. Ci assumiamo la responsabilità di avanzare questa proposta alle famiglie e spero che la accettino, perché è un elemento arricchente. Se un bambino a casa vede scene di violenza ed è l’unico modello che ha, la scuola gli insegnerà che l’alternativa esiste. E se un’amministrazione non dà un’alternativa, ha fallito. Se anche solo un bambino o una bambina capirà che la vita può essere diversa da un modello tossico che vive o che ha vissuto, penso che avrà avuto senso fare questo progetto».

«È un piccolo passo, ma con l’aria che tira in Italia, è un passo molto rappresentativo - ha concluso Salis - dai territori può partire un movimento culturale che vada a scardinare il populismo becero che ha invaso questo Paese».

«Sono progetti sessuo-affettivi che verranno realizzati in collaborazione, coprogettazione e, ovviamente, con il consenso dei genitori, come tutta la l’offerta formativa e pedagogica per i bambini dell’infanzia – ha spiegato l’assessora ai Servizi educativi e Pari opportunità Rita Bruzzone – le prime scuole comunali, che saranno coinvolte in questa fase sperimentale, hanno già avviato iniziative di inclusione, intercultura, valorizzazione delle diversità, anche confrontandosi con contesti complessi e che hanno visto la forte partecipazione dei genitori. Il personale dei centri antiviolenza, che ringrazio per aver dato la propria disponibilità, potrà guidare in percorsi mirati di educazione sessuale e affettiva bambine e bambine, in risposta a quelle che sono tutte le manifestazioni di violenza: è fondamentale partire dal rispetto di sé stessi e degli altri, delle proprie e delle altrui libertà, superando le discriminazioni e la mancanza di inclusione. Vorrei puntualizzare che il tema non è sessuale, non è insegnare il sesso ai bambini ma insegnare ai bambini che esiste il proprio corpo e quello dell’altro, indipendentemente dal genere, e che è possibile dire di no. Per noi oggi è una giornata importante perché è una risposta concreta a una giornata che non dovrebbe esistere».

Erano presenti anche le referenti dei centri antiviolenza e i responsabili di ambito delle scuole.

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 25/11/2025