
Sindaca Salis: «La Resistenza è un muscolo che va allenato, come la memoria»
La sindaca di Genova Silvia Salis ha tenuto questa mattina l’orazione ufficiale per l’81esimo anniversario della strage di Sant’Anna di Stazzema. Si tratta della prima volta che il primo cittadino della città di Genova viene invitato a tenere il discorso.
La commemorazione è iniziata con la deposizione di corone di fiori e la celebrazione della Messa sul sagrato della Chiesa. Oltre ai gonfaloni del Comune di Genova, della Città metropolitana e di Regione Liguria, erano presenti il presidente del consiglio comunale di Genova Claudio Villa, il vicesindaco metropolitano Simone Franceschi e il vicepresidente del consiglio regionale Roberto Arboscello.
Successivamente, il corteo ufficiale si è spostato al Monumento Ossario Sacrario, dove si sono alternatati gli interventi istituzionali, tra cui quelli del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, del sindaco di Stazzema, Maurizio Verona, e del presidente dell’Associazione martiri di Sant’Anna, Umberto Mancini, e dove la sindaca Salis ha tenuto l’orazione.
"A Sant’Anna hanno perso la possibilità di crescere, amare, studiare, viaggiare e sognare 130 bambini. E con loro altre 430 persone, come la famiglia Scalèro che si era rifugiata qui, venendo proprio da Genova. 560 anime disarmate, vittime di un attacco disumano da parte dei nazisti e di alcuni collaborazionisti italiani - ha ricordato la sindaca nell’incipit della propria orazione - non fu una rappresaglia e meno che mai una battaglia, fu una strage. Una barbarie che 81 anni fa segnò in modo indelebile la nostra storia. Un crimine che non ha nome, che non può trovare spiegazioni, se non in quella follia cieca e assolutista che il nazifascismo imponeva”. Salis ha sottolineato di essere “qui, in questo luogo sacro, non per ricordare. Sono qui per non dimenticare. Non è la stessa cosa. Ricordare è un’azione che appartiene alla mente. Non dimenticare appartiene anche al cuore”. E ha aggiunto che “siamo qui per scegliere. Scegliere da che parte stare”.
La sindaca di Genova ha aggiunto che "La memoria della Resistenza è la nostra memoria, è la memoria di chi ha lottato per sconfiggere il fascismo e il nazismo. Com’è cominciato quell’orrore? Non con i carri armati o le bombe. Con le parole. È cominciato con il consenso di alcuni, ma soprattutto con l’indifferenza degli altri. Molti si girarono dall’altra parte, non tutti certo, e tanti pagarono un prezzo altissimo per questo, ma molti si piegarono o si abituarono. E il fascismo si nutrì di questo silenzio”. Per Salis, il fascismo è stato un processo lento, insidioso, che ha trovato terreno fertile nelle nostre istituzioni, nelle nostre leggi, nel nostro quotidiano. Quando il fascismo si è imposto, non lo ha fatto con una guerra dichiarata, con una battaglia aperta. Ma si è infiltrato in ogni angolo della società, nelle istituzioni, nella cultura, nella vita quotidiana”.
La prima cittadina ha sottolineato che "la Resistenza non è un capitolo chiuso: la Resistenza è un muscolo. Ai ragazzi che sono qui vorrei dire: leggete, informatevi, incrociate le informazioni per distinguere il falso dal vero o ancora peggio dal verosimile, non lasciate che vi tolgano la capacità critica, il dubbio. Il dubbio è la cintura di sicurezza della democrazia. Chi vi dice che tutto è semplice, che c’è un nemico in agguato, che basta un ‘noi’ contro ‘loro’, non vi sta spiegando il mondo: ve lo sta restringendo. Imparate a dire no. Chiedo ai giovani: siate partigiani della complessità. Chiedo agli adulti: siate affidabili. Chiedo alla politica: siate all’altezza”.
Nella sua orazione, la sindaca di Genova ha invitato a non dire che "non è più tempo di parlare di fascismo. Il fascismo è un mutaforma. Non si distrugge facilmente. Il fascismo si traveste da hashtag e meme. Ma è sempre lui: il volto dell’odio travestito da protezione. È quando la politica smette di essere servizio e diventa culto della personalità”. Per questo, ha proseguito Salis, “Sant’Anna non è finita nel 1944. Sant’Anna continua a vivere oggi. Ogni volta che diciamo: io ci sono. Io non dimentico. Io resisto. Perché oggi la Resistenza non è finita. Oggi si resiste ogni volta che si combatte l’odio, la disuguaglianza, il razzismo, il negazionismo, l’indifferenza verso chi soffre, la violenza sulle donne, l’abbandono delle periferie, il silenzio verso le guerre lontane e verso quelle vicine, verso chi affama e massacra bambini. Oggi resiste chi ha il coraggio di pensare con la propria testa. Chi non si gira dall’altra parte. Chi sceglie il noi, non l’io. E allora io lo dico chiaramente: Non c’è spazio per il fascismo nella nostra Repubblica. Non c’è spazio per l’indifferenza nella nostra umanità”.
“Oggi, come ieri - ha detto ancora la sindaca - le vittime sono innocenti. E come ieri, c'è ancora chi giustifica la violenza contro chi non ha colpa. La storia ci insegna che, quando i diritti fondamentali di qualcuno sono calpestati, non è mai un fatto isolato. Quella barbarie che ha travolto Sant'Anna di Stazzema, quella barbarie che ha ucciso tante famiglie innocenti, è la stessa che oggi devasta altri luoghi del nostro pianeta. Una storia che purtroppo si ripete. Gramsci diceva che l’indifferenza è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita, perché la storia non la fanno gli spettatori. Un maestro della mia terra lo diceva ancora più semplicemente:’ Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti’”. “Da Genova, da Sant’Anna, da questo sacrario dobbiamo ripartire - è il messaggio finale della sindaca - non solo per onorare chi non c'è più, ma anche per impegnarci ogni giorno, in ogni nostra azione, a non permettere mai più che l'odio, la violenza, la prevaricazione possano dominare la nostra vita”.