Il giro del mondo di Giancarlo Pedote, 20 mila miglia sopra il mare

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03/07/2020

Il navigatore solitario ha raccontato al Blue Economy Summit 2020 come sta vivendo la vigilia del Vendée Globe, l’Everest delle regate

Roberto Bordi

20 mila miglia di regata in solitaria e senza scali, sfidando la forza delle onde. Dormendo poco e male, con un occhio continuo alla barca, sua unica amica e compagna di viaggio.

 

Giancarlo Pedote è un navigatore solitario. Laureato in filosofia, alla devozione per il pensiero di Schopenhauer e Kant ha affiancato dai tempi dell’Università la passione per il mare. Un amore che l’8 novembre lo porterà sulla linea di partenza del Vendée Globe, il giro del mondo in solitaria senza scali e senza assistenza. Competizione a cui parteciperà il meglio della vela oceanica internazionale, tra 19 skipper iscritti e 16 “prenotati”.

 

Pedote ha raccontato come si sta preparando al Vendée Globe durante il Blue Economy Summit 2020, la manifestazione nazionale dedicata alla filiera del mare che si concluderà oggi dopo 5 giorni di eventi dedicati alla blue economy in tutte le sue declinazioni: logistica, sviluppo del porto, assicurazioni marittime, Modello Genova, Blue District e altre tematiche.

 

Giovedì pomeriggio, Giancarlo Pedote ha partecipato al terzo appuntamento degli “Incontri in Blu. Uomini, donne e storie di mare”, la rassegna finalizzata a promuovere la cultura del mare organizzata da Mu.MA Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni, Costa Edutainment e Associazione Promotori Musei del Mare Onlus.

 

Pedote, fiorentino di 44 anni, si è trasferito insieme alla sua famiglia nella regione francese della Bretagna, a Lorient, una delle capitali internazionali della vela oceanica. Lo ha fatto per coltivare il suo sogno: vivere di mare, sul mare, per il mare. “Il sogno – ha detto – è qualcosa che all’inizio si vede lontano, si ha paura a desiderare. Poi, a un certo punto, succedono cose che ti fanno sentire alla portata del sogno. E lì capisci di potercela fare”.

 

Caparbietà, passione, sacrificio: sono gli ingredienti della ricetta con cui Pedote ha realizzato il suo sogno. La sua storia inizia col windsurf e prosegue con diverse classi di barche oceaniche: Mini 6,50, Figaro, Class 40, Multi 50 (la parentesi del Moth) e l’Imoca 60. “Un percorso di alti e bassi. Non è stato facile dire a mia moglie Stefania di lasciare l’Italia. Facevamo 6 mesi qui e 6 mesi a Lorient. Alla fine ci siamo trasferiti una volta per tutte. Nella vita, se insegui certe cose e vuoi farle bene, i compromessi lasciano il tempo che trovano”.

 

Giancarlo, come tutti i sognatori, punta al massimo. È come il viandante solitario di Friedrich: davanti ha un mare di nebbia che non lo spaventa. Il pensiero è al Vendée Globe di novembre.

 

Un piatto ricco preceduto dall’antipasto della Vendée-Arctique-Les Sables d’Olonne, 3600 miglia di regata che dalla Vandea lo porterà sino alle latitudini artiche.

 

“Partiamo il 4 luglio. La vigilia della partenza è sempre un momento delicato. Riunioni di équipe, preparazione della barca, controllo di sacchi e materiali imbarcati, preparazione della cambusa. E naturalmente lo studio del meteo, confrondandomi continuamente con gli altri navigatori”. Ma non finisce qui. “Prima e subito dopo la partenza mi faccio un film della regata, identificandone i punti chiave. Mi aspettano due settimane di fatica e adrenalina”.

 

Cosa succede alla partenza? “La tensione accumulata alla vigilia si rilascia all’improvviso. Mani e cervello seguono la barca, si guardano le rotte e ti lasci aspirare dal flusso della regata”. Sempre con un portafortuna in tasca. “I pupazzini dei miei figli”.

 

Bambolotti che lo accompagneranno anche a novembre durante i circa 3 mesi di navigazione solitaria del Vendée Globe: 20 mila miglia. “Sarà un’avventura alla scoperta del mondo e di me stesso. Il percorso sarà il seguente: Francia-Oceano Atlantico-Capo di Buona Speranza-Stretto di Drake-Capo Horn-Francia. Il clima autunnale sarà una sfida ulteriore: bisognerà affrontare la regata con grande cautela. La barca mi darà una mano”.

 

La compagna di viaggio di Pedote sarà l’Imoca 60 Prysmian Group, un bolide hi-tech e volante di 18 metri di lunghezza, munito di particolari appendici che alzano la barca sull’acqua: le cosiddette “foil”. L’imbarcazione, fornitagli dal suo sponsor Prysmian Group, è l’ultimo ritrovato della tecnologia. Ma comunque la sua giornata-tipo a bordo rimarrà complessa.

 

“Sveglia alle 7.30 del mattino. Colazione frugale, biscotti o frutta e qualche liquido. Poi un’ora al tavolo di carteggio per lo studio del meteo, alternato a regolazioni continue alla barca. Scambio di comunicazioni con il team a terra e massima attenzione per tutto il giorno alla rotta e alla struttura della Prysmian. Dormire? Insomma. Si schiaccia qualche pisolino di 20 minuti di notte e qualche volta anche di giorno. Ma senza mai distrarsi. Sarebbe pericoloso”.

 

E il mangiare? “Mi porterò dietro pasta, riso, tonno, acciughe e pomodori secchi. La preparazione dei pasti? Fino a 15/16 nodi di velocità si può far bollire l’acqua. Ma oltre i 18 nodi conviene mangiare cibi liofilizzati”.

 

Il mare ha mille sfumature. E, nel caso di Pedote, fa rima con la parola solidarietà. Per ogni like alla pagina Facebook ufficiale di Pedote, Prysmian Group donerà un metro di cavi a Electriciens sans Frontières. “È una ong – spiega Giancarlo – che porta elettricità, acqua e telefono nei Paesi colpiti da catastrofi naturali o in quelli poveri. Ci tengo a dare un senso ulteriore a ciò che faccio. Mi dà una spinta in più”.

 

Per solcare in libertà 20 mila miglia di mare, solo con se stesso e la sua barca. Un Santiago del terzo millennio

Ultimo aggiornamento: 03/07/2020