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Presentato durante il Blue Economy Summit 2020 il progetto del Comune di uno spazio dove sviluppare nuove idee e start-up legate all’economia del mare
Quarto giorno di lavori per il Blue Economy Summit 2020, la manifestazione nazionale dedicata alle filiere produttive del mare, organizzata da Comune di Genova e Genova Smart City, in programma tra il 29 giugno e il 3 luglio.
Dopo avere trattato fin qui temi legati all’economia del mare quali logistica, sviluppo del Waterfront e del porto, assicurazioni marittime e Modello Genova, stamattina si è parlato di Blue Innovation, in particolare del nuovo Blue District.
Si tratta di uno spazio dove sviluppare nuove idee, aziende e sistemi legati all’economia del mare. Un incubatore di innovazione e imprese, un acceleratore di start-up voluto fortemente dal Comune di Genova in collaborazione con Camera di Commercio, Fondazioni Carige e San Paolo, Deloitte Officine Innovazione.
Diversi i relatori che hanno partecipato al convegno ospitato nella Terrazza Colombo.
Il primo a prendere la parola è stato Alfredo Viglienzoni, direttore dell’Area tecnologica ed innovazione del Comune di Genova. «Il Blue District è uno dei pilastri su cui costruire dal punto di vista economico il futuro della nostra città. La filiera del mare è costituita da porto, alta tecnologia, trasporti marittimi, turismo e pesca, con tutte le competenze e professioni associate: il Blue District li coniuga tutti insieme. La blue economy – ha ribadito Viglienzoni – è il punto di forza della nostra città. Abbiamo 156 aziende che operato nell’ambito dell’economia del mare, per un valore generato complessivo di 13 miliardi di euro. Il Blue District è un acceleratore e incubatore di blue economy. Chiederemo a start-up e aziende di venire a Genova per rafforzare la nostra cultura di innovazione, così da arrivare ad avere come città, nei prossimi anni, una leadership internazionale nel settore dell’economia del mare».
Quindi l’intervento di Francesco Maresca, assessore allo sviluppo economico, portuale e logistico del Comune di Genova. «Il Blue District, frutto di un lavoro che dura da un anno, ci offrirà uno sguardo privilegiato sulla blue economy dell’Italia e dell’Europa. Con questo progetto intendiamo rafforzare anche la digitalizzazione dei processi portuali nell’ottica di una sempre maggiore integrazione tra porto e città. Noi – ha precisato Maresca – vediamo un unico sistema porto-città, un organismo unico mirato allo sviluppo economico del territorio. Non ci limiteremo ad allevare le start-up, ma le aiuteremo concretamente ad entrare nel mercato: il Blue District sarà allo stesso tempo un incubatore ed un acceleratore di imprese, favorendo allo stesso tempo un confronto continuo con le associazioni di categoria».
Diversi i soggetti coinvolti nel Blue District genovese. Tra essi anche l’Università di Genova attraverso il Centro del Mare, un dipartimento che forma competenze fortemente specialistiche e multidisciplinari nel campo della blue economy. «Siamo felici di far parte di questo progetto – ha detto il presidente del Centro del Mare Michele Viviani – Abbiamo 400 docenti legati alle attività del mare, 5 corsi di laurea triennale e 8 magistrali, un dottorato in Scienze e tecnologie del mare articolato in 6 curriculum che coinvolgono diverse aree scientifiche. La cooperazione tra istituzioni, imprese e mondo accademico è fondamentale per emergere a livello nazionale e internazionale come Comune di Genova, Regione Liguria e Paese».
Sono intervenuti durante il panel anche Claudio Oliva, direttore del Job Centre, Marco Faimali, direttore IAS-CNR e presidente Area della ricerca del CNR di Genova, Sergio Biffi, commercial director della Ocean Race, Paolo Momigliano, presidente della Fondazione Carige, Paolo Mulassano, responsabile Obiettivo Pianeta e responsabile Direzione Innovazione d’Impatto della Fondazione Compagnia di San Paolo e Remo Giuseppe Pertica della SIIT - Distretto Tecnologico Ligure sui Sistemi Intelligenti Integrati e Tecnologie.
Per tutte le informazioni sul Blue Economy Summit 2020: