Storia
Fin dal Medioevo la città di Genova è stata protetta da cortine murarie, via via sempre più ampie per effetto della progressiva espansione della città. La cinta del X secolo, addossata alla collina di Castello, venne rimpiazzata nel XII secolo dalle “Mura del Barbarossa”, delimitate dalla porta dei Vacca a ponente e dalla porta Soprana a levante. Nel corso del XIV secolo la cinta venne ampliata in due diversi momenti, inglobando gli odierni quartieri di Carignano, Acquasola, Castelletto e Prè.
Nel 1536, quando la Francia e l’Impero ottomano si coalizzarono contro la Spagna, la Repubblica di Genova, sua alleata, avvertì l’esigenza di trasformare le mura medievali in un moderno sistema bastionato in grado di proteggere la città dalla potenza di fuoco della nuova artiglieria a polvere da sparo. I lavori terminarono dopo 17 anni, nel 1553.
Nel 1626, a seguito del fallito tentativo d’invasione della Repubblica di Genova da parte del Duca di Savoia e della Francia, avvenuto l’anno precedente, fu progettato un nuovo grande e imponente tracciato difensivo: le “Mura Nuove”.
Lo sviluppo tecnologico dell’artiglieria d’assedio aveva reso vulnerabile la cinta cinquecentesca, essendo dominata in altezza dai due crinali collinari spartiacque che dalla Val Polcevera e dalla Val Bisagno salgono fino a raggiungere il Monte Peralto. Di qui la necessità di allestire la nuova linea di difesa lungo i due crinali e la parte della piana del Bisagno che separa quello orientale dalla collina di Carignano. A ponente e levante del monte Peralto furono realizzati 12.650 metri di mura; altri 6.910 (di cui circa 2.500 già esistenti, perché parte della cinta cinquecentesca) coprirono la città sul fronte mare, da Carignano alla Lanterna. La quota massima (512 metri s.l.m.) venne toccata sulla cima del Peralto, in corrispondenza del bastione dello Sperone, vertice di un triangolo pressoché equilatero con base lungo la costa.
La realizzazione fu affidata al Magistrato delle Mura Nuove e portata a termine in meno di sette anni (1626-1633), con ulteriori interventi effettuati successivamente. A partire dal 1633 Genova fu dunque protetta da un enorme triangolo di pietra: una grande muraglia difensiva collocata in posizione dominante sul ciglio dell’anfiteatro montuoso che circonda la città, tanto imponente da essere osservata con stupore da diplomatici e viaggiatori stranieri e celebrata in opere pittoriche.
Tuttavia, per quanto imponente ed eccezionale, la cinta non era invulnerabile, avendo tre punti deboli corrispondenti grossomodo ai vertici del triangolo. Per questo motivo tra la seconda metà del ‘700 e la prima dell’800 il sistema difensivo venne esteso alle dorsali che dominano la Val Polcevera e la Val Bisagno, dapprima attraverso la realizzazione di una cintura di trinceramenti, batterie e fortini in terra battuta e legno e, successivamente, con la realizzazione di una rete di Forti in muratura.
La costruzione dei primi quattro Forti (Diamante, Santa Tecla, Richelieu e Quezzi) fu avviata dalla Repubblica di Genova nel 1747-1748, durante la guerra di successione austriaca, dopo la cacciata delle truppe imperiali dalla città a seguito della rivolta scatenata dal leggendario “Balilla” Giovan Battista Perasso (dicembre 1746), e il loro ritorno per metterla in stato d’assedio (aprile 1747). Ulteriori progetti furono elaborati durante il decennio di annessione della Liguria all’Impero napoleonico, senza però nuove realizzazioni di rilievo.
Altri 14 Forti e 2 torri circolari (non dissimili dai Forti più piccoli per dimensioni e funzioni) vennero costruiti dal Genio militare sabaudo dopo l’annessione di Genova al Regno di Sardegna. I lavori iniziarono nel 1815 per terminare intorno al 1840. In questa fase furono realizzate numerose altre opere militari: caserme, polveriere, magazzini, poligoni di tiro, acquedotti, strade, batterie costiere, due ospedali e una grande fabbrica per la produzione della polvere da sparo. Genova divenne così una delle più munite piazzeforti d’Europa.
La configurazione architettonica dei Forti fu perlopiù ispirata all’architettura militare perpendicolare francese, caratterizzata dalla realizzazione di opere su più piani con le postazioni per i cannoni e i fucilieri in casamatta. Per la costruzione venne utilizzata prevalentemente pietra calcarea locale, col più elastico e resistente (ma più costoso) laterizio impiegato per le componenti maggiormente vulnerabili.
La rete, una volta completata, arrivò a comprendere un totale di 18 Forti: due interni alla cinta muraria (il Castelletto e il San Giorgio), tre costruiti a cavallo della cinta (il Begato, il Castellaccio e lo Sperone) e tredici esterni (a ovest il Tenaglia, il Crocetta e il Belvedere; a nord il Puin, il Fratello Maggiore, il Fratello Minore e il Diamante; a est il San Giuliano, il San Martino, il Santa Tecla, il Richelieu, il Quezzi e il Monteratti, con le due torri circolari, torre Quezzi e torre San Bernardino, a integrazione del sistema). Solo il Castelletto, il San Giorgio e il Fratello Maggiore non sono arrivati fino a noi: gli altri 15 Forti e le 2 torri esistono ancora.
Oggi il sistema dei Forti, assieme alle Mura Nuove, fa parte del Parco Urbano delle Mura e dei Forti. Dal 2008 il Parco tutela ben 617 ettari di verdi colline a cavallo fra le due principali valli cittadine, la val Bisagno e la val Polcevera. Le mura e i Forti sono collegati da oltre 16 km di strade e sentieri immersi in un paesaggio fatto di prati, pascoli e boschi, popolato da specie animali e vegetali, alcune delle quali protette in quanto rare o endemiche.
Il progetto del Comune di Genova per il restauro e la valorizzazione della cinta muraria e del Sistema dei Forti riguarda una rete integrata di interventi volti a restituire le antiche fortificazioni genovesi a residenti e visitatori, coniugando l’attenzione per il patrimonio storico, architettonico e paesaggistico alla valorizzazione a scopo turistico, con benefici dal punto di vista sociale, culturale ed economico per la Città e per tutto l’entroterra genovese.
Un ambizioso programma che mira a strappare al degrado e all’abbandono, attraverso un elaborato piano di recupero e rivitalizzazione, quella che con i suoi quasi 20 km è stata una delle cinte murarie cittadine più grandi d’Europa, e che oggi con i circa 12 km ancora esistenti e con i 15 Forti che la contornano rappresenta uno dei sistemi difensivi storici più imponenti arrivati fino ad oggi.
Il recupero avrà l’obiettivo di creare dei luoghi di esperienza sui crocevia tra spazio, tempo e comunità, e tra la città e il suo entroterra: percorsi guidati, aree di svago, occasioni di consociazione, spazi per eventi, riutilizzo in chiave commerciale e turistica compatibile con il valore culturale e paesaggistico dei luoghi. Tutto questo dialogherà in un’unica progettazione che vede protagonisti i cittadini coadiuvati dall’Amministrazione.
Nate per la difesa e la protezione, o con finalità coercitive e repressive, le fortificazioni possono essere destinate a una rivalutazione in termini di bene comune e spazio restituito alle persone.
La prima fase prevede la valorizzazione del Sistema Centrale dei Forti. Gli interventi sono focalizzati sui manufatti localizzati nel sistema centrale e che meglio rappresentano l’intero Sistema, in quanto distribuiti lungo il percorso delle antiche mura seicentesche. Santa Tecla, Puin, Belvedere, Tenaglia e Begato saranno le prime fortificazioni recuperate e valorizzate dal progetto del Comune di Genova.
Alcuni di questi manufatti, in particolare Forte Begato e Forte Sperone, in relazione al loro affaccio sul mare e al valore panoramico, oltre a una buona accessibilità anche carrabile, potranno rappresentare un’occasione di investimento anche per gli operatori privati.
I cantieri sono già partiti a Santa Tecla, Puin e Belvedere; Forte Begato è in fase di pre-cantierizzazione e Tenaglia è in fase di progettazione esecutiva. Va inoltre ricordato che nell’autunno 2024 sarà inaugurata la “Strada dei Forti”, il nuovo percorso ciclo-pedonale attrezzato tra il Diamante e piazza Manin per la quale si rimanda , per ulteriori dettagli, alla sezione dedicata.
Il progetto di restauro e valorizzazione della cinta muraria e del Sistema dei Forti genovesi ammonta complessivamente a quasi 28 milioni di euro tra restauro dei primi 5 Forti (19,21 milioni) e Strada dei Forti (8,6 milioni), a cui si aggiungono 40,5 milioni per la Funivia di Begato e 2 milioni per l’Acquedotto storico, per un totale di circa 70 milioni di euro.
Il progetto è finanziato con risorse del PNC, Piano Nazionale per gli investimenti Complementari al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), finalizzato ad integrare con risorse nazionali (MIC-Ministero della Cultura) gli interventi del PNRR. Il piano prevede una serie di investimenti strategici sui siti del patrimonio culturale, edifici ed aree naturali dal 2021 al 2026, stanziando circa euro 1,4 miliardi per tutto il territorio nazionale. Nell’ambito del PNC, il Comune di Genova ha chiesto il finanziamento per il recupero e rilancio del sistema dei Forti Genovesi e per la realizzazione di un collegamento funiviario tra la Stazione Marittima e Forte Begato, con l’assegnazione di complessivi Euro 69.970.000.
Dopo questa prima fase, l’obiettivo molto ambizioso è quello di aggiudicarsi ulteriori finanziamenti per proseguire con la riqualificazione dell’intero sistema dei Forti.
Finanziamento
Il progetto è finanziato con risorse del PNC, Piano Nazionale per gli investimenti Complementari al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), finalizzato ad integrare con risorse nazionali (MIC-Ministero della Cultura) gli interventi del PNRR. Il piano prevede una serie di investimenti strategici sui siti del patrimonio culturale, edifici ed aree naturali dal 2021 al 2026, stanziando circa euro 1,4 miliardi per tutto il territorio nazionale. Nell’ambito del PNC, il Comune di Genova ha chiesto il finanziamento per il recupero e rilancio del sistema dei Forti Genovesi e per la realizzazione di un collegamento funiviario tra la Stazione Marittima e Forte Begato, con l’assegnazione di complessivi Euro 69.970.000.
Dopo questa prima fase, l’obiettivo molto ambizioso è quello di aggiudicarsi ulteriori finanziamenti per proseguire con la riqualificazione dell’intero sistema dei Forti.