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Una conferenza a Tursi chiude la Settimana Europea della Mobilità: presto un tavolo tecnico per progettare la città “smart” del domani
Un’occasione di confronto tra soggetti pubblici e privati per individuare strategie e obiettivi comuni mirati a rendere sempre più sostenibile il futuro della nostra città. Il “Dialogo sulla mobilità a Genova”, la conferenza sui temi della green economy e della mobilità sostenibile che si è tenuta questa mattina nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi, ha visto la partecipazione di rappresentanti del Comune di Genova, del mondo del lavoro, dell’Università e delle associazioni. Tutti concordi sulla necessità di costruire un nuovo modello di governance della sostenibilità, attraverso lo scambio di buone pratiche da realizzarsi concretamente nei prossimi mesi mediante la costituzione di un tavolo tecnico condiviso.
Il convegno, organizzato da Francesca Ghio e inserito nel calendario della Settimana Europea della Mobilità 2020, è stato aperto dall’intervento dell’assessore all’ambiente e alla mobilità del Comune di Genova, Matteo Campora, che ha posto l’accento sulle iniziative specifiche adottate dall’Amministrazione negli ultimi tempi per rendere Genova sempre più resiliente rispetto alle sfide imposte dai cambiamenti climatici. Secondo l’assessore, gli enti locali possono avere un ruolo determinante nell’orientare le scelte dei cittadini nella direzione di una maggiore sostenibilità, soprattutto nell’ambito della mobilità. A questo proposito, Campora ha accennato al grande piano di rinnovamento del trasporto pubblico locale finanziato dal Governo per 472 milioni di euro e alle infrastrutture ciclabili: strumenti che rientrano in una strategia ad ampio raggio dell’Ente per modernizzare la mobilità urbana genovese, rendendola sempre più sostenibile e in linea con le principali capitali europee.
Idee condivise e approfondite da Alessandra Risso. Responsabile dei processi smart presso la Direzione Smart City del Comune di Genova, Risso ha spiegato che l’Amministrazione sta lavorando per orientare la macchina amministrativa secondo una logica di sostenibilità, promuovendo strategie di sviluppo sostenibile con cui raggiungere gli obiettivi di Agenda 2030, il programma d’azione condiviso nel 2015 dai governi dei 193 Paesi Onu. Obiettivi che, per essere raggiunti, richiedono un dialogo continuo con tutti gli stakeholder.
Ma come cambiare concretamente la mobilità? E con quali progetti? A raccontarlo Cristiana Arzà, responsabile dell’Ufficio programmazione strategica della Città Metropolitana di Genova e relatrice sui due principali strumenti mirati all’aumento di efficienza ed efficacia del sistema della mobilità del territorio provinciale di Genova: il PUMS, Piano urbano della mobilità sostenibile, e il BICIPLAN, il Piano urbano della mobilità ciclistica di settore.
Dopo gli interventi istituzionali, è stata la volta delle associazioni. Alessandra Repetto, portavoce di #genovaciclabile (il gruppo che ha organizzato il Bike Pride di sabato scorso), ha sottolineato come Genova sia una città adatta al ciclismo urbano e sportivo: due mondi da integrare nell’ottica di una città caratterizzata da una mobilità sempre più sostenibile, con enormi potenzialità dal punto di vista della ricettività turistica. Un cambiamento che per essere portato a termine richiede investimenti infrastrutturali e culturali: bisogna muoversi in modo sicuro ed ecologico. Per farlo, però, è necessario aumentare la sicurezza stradale.
D’accordo con lei anche Linda Gondova di Rete Genova Sostenibile, una rete di associazioni genovesi che da quest’anno ha avviato un dialogo proficuo con il Comune di Genova su tematiche quali trasporto pubblico, pedonalità e ciclabilità. Per una nuova mobilità urbana, ha detto Gondova, la strada va divisa tra tutti gli utenti della strada, facendo capire alle persone che può essere comodo anche spostarsi a piedi, con l’autobus o in bicicletta.
Il blocco successivo della conferenza, su Mobilità e lavoro, si è aperto con la relazione di Giovanni Battista Costa. Presidente e tra i soci fondatori di “Next – Nuova economia per tutti”, una rete di organizzazioni, consumatori e imprese del terzo settore nata per realizzare una nuova economia più inclusiva, partecipata e sostenibile, Costa ha messo in evidenza i limiti del modello produttivo tradizionale, che vede l’uomo come un fattore della produzione e l’ambiente come un qualcosa da sfruttare. Per questo motivo, secondo Costa, è indispensabile sostenere le aziende che producono in modo sostenibile. “Una buona spesa cambia il mondo”, ha scandito Costa, prima di raccontare l’esperienza di EyeOnBuy, una piattaforma online che dà informazioni sulla qualità sociale e ambientale delle aziende.
Unire le forze per cambiare il futuro delle città e delle persone. È l’obiettivo tracciato da Simona Bondanza, sustainability manager che cura il coordinamento del gruppo di lavoro dedicato all’Education (Goal 4) di Liguria 2030. Di che cosa si tratta? È il protocollo d’intesa siglato con Asvis (Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile) da soggetti pubblici e privati del territorio, per la diffusione degli obiettivi di sviluppo sostenibile in Liguria.
Sviluppo che, per essere realmente compatibile con l’ambiente, non può prescindere dal rispetto dei diritti dei lavoratori e in particolare dei riders, i fattorini addetti alla consegna del cibo a domicilio protagonisti in questi anni di una battaglia per il riconoscimento dei propri diritti: idea sostenuta con forza da Chiara Ramberti, avvocato esperto di diritto del lavoro.
Alla base di ogni innovazione ci sono le buone pratiche. Tra queste, nel campo della sostenibilità ambientale e della mobilità green rientra anche Ebc Green Logistics, un’azienda di logistica sostenibile che ha lanciato Linea 0, un progetto che vuole collegare Genova a Milano con furgoni elettrici a emissioni zero. Giorgia Notari, Chief Administrator di Ebc, ha raccontato le peculiarità di questo progetto innovativo, di cui ha mostrato anche il video di presentazione.
Ultima relatrice del convegno è stata Francesca Pirlone, docente di tecnica e pianificazione urbanistica all’Università di Genova. Intervenuta in qualità di referente dell’Ateneo sulla mobilità sostenibile, Pirlone ha raccontato alcuni dei progetti realizzati in ambito accademico per incoraggiare gli studenti a spostarsi in città in modo più smart ed ecologico. Come la App Prince, che attraverso l’assegnazione di punti ai ragazzi più meritevoli prevede meccanismi premianti in termini di sconti su servizi pubblici: iniziativa finanziata dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Ma anche U-Mob, un progetto quinquennale cofinanziato dalla Commissione Europea per la creazione di un network tra Università dove condividere conoscenze sulle mobilità sostenibile: una rete che servirà come strumento per ridurre le emissioni di Co2 migliorando il modo di spostarsi degli universitari.
«Il “Dialogo sulla mobilità a Genova” è stata un’importante occasione di confronto tra Comune, associazioni e realtà del mondo del lavoro e dell’Università. Soggetti pubblici e privati – ha dichiarato l’assessore all’ambiente e alla mobilità del Comune di Genova Matteo Campora – che fanno della sostenibilità un valore fondante della propria attività».