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INCIDENTALITÀ STRADALE IN ITALIA

 

Il significato del termine “incidente” nella lingua italiana è di un evento casuale, inatteso e imprevedibile. Gli incidenti stradali si allontanano molto da questa definizione, infatti essi hanno fattori di rischio e fattori predittivi che rendono prevedibile l’evento ed è quindi possibile prevenirli. Tuttavia, sebbene negli ultimi decenni le vittime della strada siano diminuite, anche grazie alla pianificazione di interventi per la sicurezza stradale promossi dall’Unione Europea, e recepiti nei singoli stati con piani decennali che pongono obiettivi per la diminuzione dei morti, sono ancora troppe le vittime che pagano con la loro vita un grave tributo alla libertà di circolazione. In questo scontro di valori tra “libertà” e “sicurezza” intervengono le norme del Codice della Strada per regolamentare i comportamenti degli utenti, in una reciprocità di diritti e doveri, tesi a garantirne la sicurezza. Ancora molta strada c’è da fare per arrivare all’ambizioso, ma auspicabile obiettivo “Vision zero” posto dalla Commissione Europea per il 2050, per l’azzeramento dei numero dei morti sulle strade.

Secondo l’European regional status report on road safety 2019, WHO Regional Office for Europe, 2020, ogni anno, in Europa, circa 80.000 mila persone muoiono a causa di incidenti stradali, mentre 3 milioni rimangono infortunate. Pedoni, ciclisti e motociclisti costituiscono circa il 41% delle vittime della strada. Gli incidenti stradali sono la prima causa di morte nei giovani di età compresa tra i 5 e i 14 anni.

Statistiche della Commissione Europea indicano che per ogni morto sulle strade d’Europa si contano 4 invalidi permanenti, con danni al cervello o al midollo spinale, 8 feriti gravi e 50 feriti lievi.

La prevenzione del rischio stradale passa dalla consapevolezza che il rispetto delle norme per la circolazione stradale, regolate in Italia dal Codice della Strada, è la chiave di volta che può fare la differenza tra l’evenienza di un sinistro che può avere effetti letali sulle persone e la sicurezza stradale.

I dati di seguito riportati sono tratti dalla statistica “Incidenti stradali – Anno 2020” elaborata da Istat (Istituto Nazionale di Statistica) e Aci (Automobile Club d’Italia) sulla base delle informazioni a loro inviate dai corpi di Polizia che rilevano incidenti stradali con morti e feriti.

Tali informazioni vengono elaborate per restituire un quadro del fenomeno, il numero di incidenti, gli esiti sulle persone, informazioni sulle categorie di utenti coinvolti, le principali cause di incidente stradale, le infrazioni al Codice della Strada connesse agli incidenti rilevati. Queste ed altre informazioni sono utili a supporto delle scelte operative che possono essere messe in campo per la prevenzione degli incidenti stradali.

Nell’anno 2020, a causa della crisi sanitaria dovuta alla pandemia, si sono verificate modifiche radicali alla mobilità. Il periodo di lockdown e le restrizioni che si sono susseguite con i diversi decreti governativi, hanno determinato un decremento della mobilità con un minor numero di incidenti stradali e dei loro esiti di morti e feriti.

Quanti sono gli incidenti stradali in Italia e quali sono le loro conseguenze (Anno 2020)?

Nell’anno 2020, in Italia, si sono verificati 118.298 incidenti stradali (-31,3% rispetto al 2019) con 159.249 feriti (-34%) e 2.395 morti (-24,5%).

Tra i decessi contiamo 1.947 uomini e 448 donne, così suddivisi in base al tipo di utenza:

  • conducenti di veicoli 1.697 (1.516 uomini; 181 donne);
  • passeggeri di veicoli 289 (166 uomini; 123 donne);
  • pedoni 409 (265 uomini; 144 donne).

Per quanto riguarda le classi di età più rappresentate tra le vittime si rileva, per gli uomini 20-24 anni e 50-50 anni, per le donne 70-84 anni, queste ultime con un’incidenza molto maggiore nel ruolo di pedone.

I decessi sono percentualmente differenti rispetto il tipo di veicolo utilizzato:

  • conducenti e passeggeri autovetture 1.018 (-0,27,9% rispetto al 2019);
  • motociclisti 586  (-16%);
  • ciclisti 176 (-30,4%);
  • occupanti di mezzi pesanti 117 (-14,6%);
  • ciclomotoristi 59 (-33%);
  • ciclisti 176 (-30,4 %).

Un calo si è rilevato, rispetto al 2019, per il decesso di pedoni 409 (-23,4%).

I dati mettono in evidenza che la maggior parte delle vittime della strada sono maschi, fatta eccezione per i pedoni, per i quali la distribuzione dei decessi risulta più equilibrata.

Ci sono strade più pericolose di altre?

L’indice di mortalità continua a essere più elevato sulle strade extraurbane, 4,4 decessi ogni 100 incidenti, sulle strade urbane è 1,2, sulle autostrade è di 3,6. 

  • Strade urbane 86.682 incidenti (73,3% del totale), con 111.532 feriti (70%) e 1.061 morti (44,3%).
  • Strade extraurbane 26,165 incidenti (22% del totale), con 39.251 feriti (24,7%) e 1.139 morti (47,5%).
  • Autostrade e raccordi 5,451 incidenti (4,6% del totale) con 8.465 feriti (5,3%) e 195 morti (8,1%).

 

Sulle strade urbane gli incidenti che si verificano lungo un rettilineo sono il 45,6% dei casi, sulle extraurbane il 55,6%. In ambito urbano il 40,5% degli incidenti si verifica in corrispondenza degli incroci, il 7,2% in curva e il 5,2% nei pressi di una rotatoria. Lungo le strade extraurbane, oltre all’alta percentuale di sinistri su rettilineo, il 23,1% degli incidenti si verifica in curva e il 15,7% in corrispondenza di un incrocio.

Ci sono categorie di utenti che rischiano più di altre?

Gli utenti più vulnerabili, ovvero pedoni, ciclisti, utilizzatori di motocicli e ciclomotori continuano a rappresentare circa il 50% dei morti sulle strade.

Gli indici di mortalità e lesività per categoria di utente della strada evidenziano rischi più elevati per i pedoni.

L’indice di mortalità delle varie categorie di utenti mette in evidenza che i pedoni hanno rischi più elevati 3,2 (ogni 100 investimenti di pedone) rispetto alle altre tipologie di utenti coinvolte, per gli occupanti di autovetture è lo 0,7, per i motociclisti è 1,9, per i ciclisti 1,2.

 

Quali sono i comportamenti a rischio che causano il maggior numero di incidenti stradali?

Considerate le circostanze accertate, o presunte, dai corpi di polizia nel rilevamento degli incidenti stradali con lesioni a persone del 2020, si evince che, nell’ambito dei comportamenti errati di guida le prime tre cause di incidente sono la distrazione, il mancato rispetto delle regole di precedenza o del semaforo e la velocità troppo elevata. Tali comportamenti rappresentano complessivamente il 40,2% dei casi (60.981). Tra le altre cause più rilevanti, la mancanza della distanza di sicurezza (13.148), la manovra irregolare (11.294), l’omessa precedenza al pedone (4.838), il comportamento scorretto del pedone (4.252).

Sulle strade urbane la prima causa di incidente è il mancato rispetto delle regole di precedenza o semaforiche (17,3%), sulle strade extraurbane è la guida distratta o andamento indeciso (20,6%).

 

Ci sono obiettivi specifici per la prevenzione del rischio stradale?

Il traguardo fissato dall’Europa entro il 2030 è la riduzione del 50% dei morti e dei feriti gravi sulle strade rispetto al 2020.

L'Unione europea ha inoltre riaffermato l’obiettivo a lungo termine della "Vision Zero", ovvero avvicinarsi all'azzeramento del numero di vittime entro il 2050.

Nel 2020 in Europa (Ue27) il numero delle vittime sulle strade scende ancora, seppure il risultato sia anomalo a causa del decremento della mobilità dovuto alla pandemia. Hanno perso la vita in incidenti stradali quasi 19.000 persone, contro le 31.595 del 2010, con una riduzione di circa il 36,5%. Tra il 2019 e il 2020, il numero delle vittime diminuisce dell’17,2% nell’Unione europea e dell’24,5% in Italia.

Il tasso di mortalità stradale (morti per milione di abitanti) è 42,3 nella Ue27 e 40,3 in Italia (nel 2010 rispettivamente 67,6 e 69,5). Il nostro Paese si colloca al dodicesimo posto nella graduatoria europea.

La situazione anomala per l’anno 2020 sull’andamento dell’incidentalità stradale e dei suoi esiti per lesioni e morti, dovuta alle restrizioni alla mobilità, non rende possibile alla Comunità Europea considerare i dati come rappresentativi per le analisi sulla valutazione dei risultati rispetto agli obiettivi prefissati, verranno pertanto considerati o la media del triennio 2017/2019 o l’anno 2019, questo potrà essere utile per monitorare correttamente i progressi e gli indicatori per la sicurezza stradale.

Ancora molta strada c’è comunque da fare per migliorare la sicurezza stradale e salvare migliaia di vite umane, ognuno può fare la propria parte per raggiungere gli obiettivi comuni.

 

 

“European regional status report on road safety 2019, WHO Regional Office for Europe, 2020.

https://www.euro.who.int/en/publications/abstracts/european-regional-status-report-on-road-safety-2019

 

 “Incidenti stradali – Anno 2020” Istat (Istituto nazionale di statistica), Aci (Automobile club d’Italia).

https://www.istat.it/it/files//2021/07/Incidenti-stradali_2020.pdf

 

https://ec.europa.eu/transport/road_safety/road-safety-facts-figures-1_it

http://www.euro.who.int/en/health-topics/disease-prevention/violence-and-injuries/areas-of-work/road-traffic-injuries

https://www.epicentro.iss.it/stradale/

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ultimo aggiornamento: 22/05/2024