- I COMPORTAMENTI DEGLI UTENTI DELLA STRADA
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
- Art. 3: "Tutti gli individui hanno diritto alla vita, alla libertà, alla sicurezza personale".
Codice della Strada
- Art 2, c. 1. Definizione e classificazione delle strade: ”…..si definisce strada l’area ad uso pubblico destinata alla circolazione dei pedoni, dei veicoli e degli animali”
- Art 140, c. 1. Principio informatore della circolazione: “Gli utenti della strada devono comportarsi in modo da non costituire pericolo o intralcio per la circolazione ed in modo che sia in ogni caso salvaguardata la sicurezza stradale.”
Le statistiche indicano che oltre il 90% degli incidenti stradali è dovuto ai comportamenti scorretti degli utenti della strada. Questa da una parte è una brutta notizia, che può far scoraggiare di fronte alla superficialità con cui le persone utilizzano l’ambiente stradale, ma è anche una buona notizia, infatti, scegliendo comportamenti sicuri e osservanti delle regole della circolazione, si potrebbe avere una drastica riduzione degli incidenti e quindi delle vittime che nel 2019, in Italia, sono state 3.173.
L’ambiente stradale è quindi un luogo pubblico ove le persone condividono spazi e servizi, ove intrecciano i loro tragitti quotidiani, in migliaia di punti di connessione, ove i tragitti dei pedoni si intersecano con quelli di altri pedoni e veicoli, ove i percorsi delle diverse tipologie di veicoli si incrociano e confluiscono in flussi per cui sono previste regole specifiche. Ogni individuo esercita il proprio diritto allo spostamento sul territorio, nella veste di pedone, conducente, passeggero, talvolta sottovalutando la responsabilità che le sue azioni hanno nei confronti sul diritto comune alla sicurezza.
Cosa si intende quando si parla di “comportamenti degli utenti della strada”?
Il codice della strada prevede una serie di articoli che regolamentano la condotta dei pedoni e la conduzione dei veicoli, come ad esempio l’osservanza dei limiti di velocità, il rispetto delle segnalazioni semaforiche e degli agenti del traffico, la distanza di sicurezza, le norme della precedenza, il comportamento in caso di incidente stradale e molti altri ancora.
Chi intende conseguire una patente di guida è chiamato a rispondere correttamente ai quiz che li trattano, pena il non superamento dell’esame di teoria. Durante l’esame di pratica si verificano le abilità di guida anche in funzione delle norme che devono essere osservate durante il tragitto.
Vi sono però altri comportamenti per i quali non è previsto alcun esame, ovvero quelli che riguardano i pedoni e le biciclette (velocipedi), che devono essere conosciuti dagli utenti della strada per semplici esigenze di sicurezza.
Sono quindi le famiglie a fornire le informazioni e le istruzioni ai bambini per il corretto modo di percorrere i marciapiedi, di attraversare la strada e di usare una bicicletta in sicurezza.
Altri comportamenti ancora riguardano le attitudini e potenzialità possedute dai singoli utenti, dovuti alle capacità fisiche legate all’età e allo stato di salute, all’esperienza di guida, alla consapevolezza delle responsabilità che si hanno quando si utilizza un luogo pubblico quale è quello della strada.
Le scelte comportamentali sono anche influenzate dall’atteggiamento che gli individui hanno nei confronti degli “altri” individui presenti sulla strada. Talvolta gli “altri” sono visti come “ostacoli” rispetto alle aspettative che ogni utente ha prefigurato in merito al proprio percorso: tragitto, scorrevolezza, tempo di percorrenza, ecc. Entrano quindi in ballo anche le emozioni, la sensibilità personale e l’empatia. Spesso il comportamento delle persone si modifica nel momento in cui si pongono alla guida di un veicolo. La disponibilità e la gentilezza, bagagli preziosi posseduti da molti individui, lasciano spazio ad aggressività e arroganza, trasformando i comportamenti anche delle persone più miti.
Non è quindi sufficiente conoscere le regole della strada, non è sufficiente aver superato un esame, è necessario, invece, abbinare alle conoscenze anche il rispetto della vita, la responsabilità personale e collettiva, necessari perché si instauri una reciprocità tra “io” e gli “altri”.
La tutela della sicurezza degli utenti della strada passa, per prima cosa, dal filtro della consapevolezza che ogni singola scelta può fare la differenza tra la vita e la morte.
Le scelte che gli utenti fanno durante l’uso della strada, sono legate quindi alla complessità di vari aspetti dovuti alle competenze, alle motivazioni e alle conoscenze che si hanno in relazione all’ambiente stradale.
Il Codice della Strada è solo un elenco di norme che impongono limiti, obblighi e doveri?
Il Codice della Strada è una legge dello stato italiano e prevede la regolamentazione dei vari aspetti legati alla circolazione stradale, contiene norme relative alla strada, ai veicoli, ai documenti necessari per la circolazione, ai comportamenti degli utenti della strada.
La norma prevede una serie di “doveri” a cui corrisponde una reciprocità di “diritti”.
Essere obbligati ad assicurare un veicolo per la “responsabilità civile”, significa tutelare il diritto del risarcimento alla controparte in caso di incidente stradale.
Essere obbligati ad arrestare la marcia del veicolo quando il semaforo è rosso, significa tutelare il diritto degli altri utenti a transitare, in sicurezza, con il semaforo verde.
Non poter posteggiare un veicolo sul marciapiede, significa tutelare il diritto ad avere marciapiedi sgombri, transitabili in sicurezza dai pedoni, anche con passeggini per i bambini o su di una sedia a rotelle.
Ogni desiderio di sicurezza nella circolazione in strada può essere soddisfatto solo dall’osservanza del corrispettivo obbligo, divieto o limitazione.
Condividere socialmente il desiderio di sicurezza e di tutela dei diritti, può rovesciare l’atteggiamento di insofferenza che molti utenti hanno rispetto alle regole del Codice della Strada.
In che modo viene tutelato il diritto alla sicurezza stradale?
La sicurezza stradale è prodotta da una complessa interazione di aspetti legati ai comportamenti degli utenti della strada, alle infrastrutture stradali, ai veicoli.
Tutti questi elementi sono determinanti per la sicurezza della circolazione, tuttavia sono proprio le scelte comportamentali degli utenti a incidere in modo significativo sulle cause degli incidenti stradali.
Scelte di guida sbagliate, causate da imperizia o poca esperienza, azioni superficiali e imprudenti, oppure scelte deliberate di non osservanza delle regole, causano il 90% degli incidenti stradali.
Per la tutela della sicurezza stradale sono stati elaborati, fin dal 2000, Piani Nazionali in linea con le indicazioni della Commissione Europea. I Piani hanno stabilito obiettivi per il decremento degli esiti mortali dell’incidentalità, nonché un insieme di strategie ed azioni per il miglioramento della sicurezza. Le azioni devono essere intraprese nell’ottica di un sistema di interrelazioni tra gli interventi delle varie Istituzioni, Enti e soggetti preposti alla gestione dei diversi ambiti.
Nella pianificazione sono state condivise le aree di intervento indicate dalla Commissione Europea:
- miglioramento dell'educazione stradale e della preparazione degli utenti della strada
- rafforzamento dell'applicazione della normativa stradale
- miglioramento della sicurezza delle infrastrutture stradali
- miglioramento della sicurezza dei veicoli
- promozione dell'uso delle moderne tecnologie per migliorare la sicurezza stradale
- miglioramento dei servizi di emergenza e assistenza post-incidente
- protezione degli utenti vulnerabili della strada
Tra le aree di intervento indicate, i corpi di Polizia svolgono attività di prevenzione e di controllo.
Le azioni di prevenzione, come le campagne di informazione e sensibilizzazione, nonché l’educazione stradale nelle scuole, agiscono sulle coscienze, sulla consapevolezza dei rischi e sulla promozione dei comportamenti virtuosi degli utenti della strada, che possono così conoscere i vari aspetti del fenomeno dell’incidentalità stradale e prendere atto della gravità degli esiti.
L’obiettivo delle attività di prevenzione è quello di aumentare la percezione del rischio stradale e incentivare la cultura della prevenzione. Le scelte comportamentali e la propensione alla trasgressione non sono mai solo il frutto di scelte individuali, sono invece il prodotto di atteggiamenti culturalmente e socialmente condivisi nei confronti dell’autorità e della legalità. La scelta individuale diventa, quindi, espressione di consenso e adesione verso determinati orientamenti culturali che, se adeguatamente corretti e indirizzati possono contribuire alla salvaguardia della vita delle persone che utilizzano la strada.
Le azioni di controllo sono affidate agli agenti del traffico che, operando sulla strada, entrano direttamente in contatto con gli stili di guida degli utenti e possono quindi accertare le infrazioni alla normativa eventualmente commesse. La presenza di agenti del traffico sulle strade è comunque di per sé un’attività di prevenzione, l’effetto deterrente del rischio di essere sanzionati è ben noto, è altresì evidente che le progressive modifiche al Codice della Strada, con l’introduzione di norme stringenti, come l’introduzione della patente a punti e i reati di omicidio e lesioni stradali, ha contribuito al miglioramento della sicurezza stradale e alla riduzione delle vittime. La tutela della legalità e il controllo dell’osservanza delle regole, difendono il diritto alla sicurezza, andando a rilevare e sanzionare quelle azioni che possono compromettere l’incolumità degli utenti.
Quali sono i comportamenti scorretti più frequenti?
Dal Report “Incidenti stradali – Anno 2019” Istat - Aci, nel quale sono elaborati i dati dell’incidentalità stradale in Italia, tra cui le circostanze accertate, o presunte, dai corpi di polizia nel rilevamento degli incidenti stradali con lesioni a persone del 2019, si evince che, nell’ambito dei comportamenti errati di guida le prime tre cause di incidente sono la distrazione, il mancato rispetto delle regole di precedenza o del semaforo e la velocità troppo elevata. Tali comportamenti rappresentano complessivamente il 38,2% dei casi (85.457). Tra le altre cause più rilevanti, la mancanza della distanza di sicurezza il 9,0% (20.207), la manovra irregolare il 7,0% (15.574), l’omessa precedenza al pedone il 3,5% (7.800), il comportamento scorretto del pedone il 3,0% (6.647).
Sulle strade urbane la prima causa di incidente è il mancato rispetto delle regole di precedenza o semaforiche (16,6%), sulle strade extraurbane è la guida distratta o andamento indeciso (17,9%).
Quanto è adeguato il senso civico degli italiani ai fini della sicurezza stradale?
Dal Report dell’Istat “Senso civico: atteggiamenti e comportamenti dei cittadini nella vita quotidiana”. Anni 2016-2018, frutto di una indagine condotta su un campione di 24.000 famiglie, a cui sono state sottoposte domande attinenti a quell’insieme di comportamenti e atteggiamenti che riguardano il rispetto degli altri e delle regole di vita in una comunità, si evincono elementi interessanti per aspetti che riguardano la circolazione stradale.
Agli intervistati è stato richiesto di rispondere a domande sulle violazioni ad un elenco di norme diviso in due gruppi, uno riguardante la circolazione stradale e l’altro la dimensione della cosa pubblica.
Il rilevamento delle abitudini degli intervistati indica che il 74,4% degli automobilisti afferma di non parcheggiare in doppia fila e poco più della metà di questi dichiara di prestare abitualmente attenzione a non adottare comportamenti rumorosi alla guida. Il 23,4% degli intervistati ritiene, in determinate condizioni, accettabile parcheggiare in sosta vietata, il 18,5% concede deroghe all’uso del cellulare alla guida.
Circa la gravità che viene attribuita alle diverse trasgressioni, guidare dopo aver bevuto, passare con il rosso, non indossare il casco, sono giudicati gravi rispettivamente dall’87,2%, dal 79,0% e dal 78,2% dei rispondenti. Una quota decisamente più bassa, il 52,6%, giudica grave usare il cellulare alla guida.
Tre quarti degli automobilisti riportano di non parcheggiare in doppia fila, anche se nei grandi centri urbani l’abitudine a parcheggiare in doppia fila sembra molto consolidata, solo il 58% degli automobilisti dichiara di non farlo.
Il rilevamento delle opinioni circa l’ammissibilità delle trasgressioni indica che il 74,8% non ritiene ammissibile parcheggiare in divieto, l’eventuale comportamento scorretto è giustificato per l’8,3% dalla brevità della sosta, mentre per l’8,4% è rilevante il non costituire ostacolo alla circolazione e ancora il 6,7% giustifica il comportamento a causa dell’insufficienza dei parcheggi. Il 23,3 % ha affermato di parcheggiare dove non è consentito. Il 79,6% non ritiene ammissibile usare il cellulare alla guida. L’uso del cellulare alla guida è giustificato principalmente per telefonate urgenti dal 14,4% degli intervistati. L’aver usato il cellulare alla guida è stato affermato dal 18,5%
In merito al giudizio sulla gravità dei comportamenti di devianza, non osservanza delle regole della circolazione stradale, abbandono rifiuti, scritte sui muri o sui mezzi pubblici, affissione selvaggia, corruzione, voto di scambio, copiare a scuola, buttare cartacce in strada, i comportamenti ritenuti più gravi, in ordine di importanza, sono quelli relativi alla sicurezza sulla strada (guida in stato di ebbrezza, passare con semaforo rosso, non indossare il casco) e alla corruzione, per i quali è più forte il senso di riprovazione sociale. Meno rilevanti in ordine di gravità i comportamenti che chiamano in causa il rispetto per la “cosa pubblica” (scrivere sui muri, sui mezzi pubblici, affissione selvaggia di annunci e avvisi).
La massima gravità viene attribuita per l’87,2% al guidare dopo aver bevuto, per il 79,0% al passare con il rosso, per il 78,2% al non indossare il casco, seguono altri comportamenti come la corruzione, il voto di scambio, l’abbandono di rifiuti ingombranti. Percentuali più basse si rilevano per chi giudica grave non allacciare le cinture di sicurezza, il 59,0%, e usare il cellulare alla guida, il 52,6%. Si evince che la gravità dell’uso del cellulare è fortemente sottovalutata.
Rispetto alla gravità attribuita ad alcuni comportamenti, si registrano differenze più marcate tra i giovani e gli anziani, questi ultimi infatti, sono più intransigenti dei giovani, di quasi del 25%, su alcuni comportamenti, come ad esempio l’uso del cellulare alla guida e passare con il semaforo rosso.
La quota di donne che attribuiscono la massima gravità ad alcuni comportamenti alla guida è tendenzialmente più elevata di quella degli uomini. Ad esempio il 62,8% delle donne ritiene grave non usare le cinture di sicurezza rispetto al 54,8% degli uomini. Il 56% delle donne ritiene grave l’utilizzo del cellulare alla guida senza auricolare o vivavoce, rispetto al 50% degli uomini. Il 5% in più delle donne rispetto agli uomini ritiene grave il mancato uso del casco e la guida dopo aver assunto alcol.
I giovanissimi, invece, tendono a sottovalutare l’uso del casco anche a parità di genere. Tra i più anziani, in generale, diminuisce la percezione di gravità rispetto al guidare dopo aver bevuto alcol.
“Incidenti stradali – Anno 2019” Istat 2020 (Istituto nazionale di statistica), Aci (Automobile club d’Italia).
Report “Senso civico: atteggiamenti e comportamenti dei cittadini nella vita quotidiana”. Anni 2016-2018. Istat 2019.
https://www.istat.it/it/files//2019/03/Report-Senso-civico.pdf