La ciliegia, o meglio il ciliegio pare importato a Roma dall’oriente, precisamente dalla città turca di Cerasunte nel 70 a.C., dal console della Roma imperiale Licinio Lucullo che per primo ne iniziò la coltivazione e la produzione. La raccolta che iniziava e tuttora inizia a maggio sino a luglio vedeva gruppi di donne indaffarate nella raccolta delle ciliegie che raccoglievano in cestini di paglia per poi depositarle nelle ampie stanze delle fattorie di una volta per essere lavate e pulite. Una parte delle ciliegie venivano utilizzate fresche come frutta, altre preparate per essere candite.
Alcune giovani donne sedute in gruppo intorno a grossi tavolacci iniziavano a togliere il peduncolo dal frutto, e per passare il tempo, intonavano in coro allegre cantilene che avevano come argomento il solito “moroso”.
E’ opportuno ricordare la consuetudine, oggi quasi scomparsa, di utilizzare anche i peduncoli facendoli essiccare per la preparazione di un infuso ottimo come decotto antinfiammatorio e diuretico.
Buona parte delle ciliegie così preparate, venivano riposte in ampi contenitori di vimini per essere consegnate alle aziende di dolciumi, che provvedevano alla preparazione della frutta candita, caratteristica storica culinaria della Liguria.
PICCOLO GLOSSARIO ITALIANO - GENOVESE
Ciliegie: sëxa
Picciolo: peigollo
Canditi: candïo
Scomparso: scompario
Frutta: früta
Cuocere: cheuxe
Testo di Claudio Pittaluga
Illustrazione di Gino Andrea Carosini