Antichi mestieri STRAPPACADENN-E

Contenuto

Intorno agli anni ’50 era frequente incontrare almeno saltimbanchi, canzonettisti, burattinai, ed altri mestieri inventati pur di sbarcare il lunario e guadagnare qualcosa per la giornata. Chi non aveva un lavoro decoroso si doveva inventare qualcosa sfruttando la propria fantasia e capacità di arrangiarsi. Alla fine del 1950 mantenere una famiglia era arduo e faticoso e qualcuno era costretto ad inventarsi uno delle occupazioni cosiddette “di strada”. Una di queste strane attività era il “forzuto”, che si presentava per le strade urlando per attirare gli spettatori:“ vegni fїtõ l’è arrivou õ strappacadenn-e”. Sostanzialmente non era altro che un povero cristo che da giovane aveva posseduto un bel fisico robusto e muscoloso, ma ora non più giovanissimo, con una prominente pancetta , i capelli grigi e la muscolatura oramai poco tonica, rilassata e bisognosa di un meritato riposo, era costretto per rimediare qualcosa da mettere sotto i denti a girare per la città mostrando la sua ex straripante forza e raccogliere le offerte che gli spettatori e i passanti gli volevano concedere. Con una cadenza regolare ed una intonazione militare si udiva per le strade un rullio di tamburo e l’invito ad uscire dalle case perosservare lo spettacolo del forzuto. Naturalmente gli spettatori più attenti e più curiosi erano i bambini che si mettevano intorno al forzuto ed alla sua assistente spesso e probabilmente la moglie, anch’essa di non più verde età, che agghindata da odalisca rullava un tamburo ed invitava le persone allo spettacolo. Poi si avvicinava al forzuto e gli arrotolava delle catene di ferro spesso arrugginito intorno al busto costringendo le braccia strette al corpo. Un ulteriore rullo di tamburo, dava inizio allo spettacolo ed il forzuto , õ strappacadenn-e sbuffando,sudando e contraendo i muscoli, in un apparente sforzo sovrumano, mentre gli spettatori tenevano il respiro curiosi, si udiva spezzarsi le catene che rotolavano a terra, lasciando in segni sul corpo del forzuto che ansimante e gonfiando i muscoli, mentre il rullio del tamburo concludeva lo spettacolo, e l’assistente contornato da un fragoroso applauso si avvicinava agli spettatori a raccogliere le lo loro offerte. Lo spettacolo era così ultimato, gli spettatori si allontanavano ed il forzuto e l’assistente si dirigevano verso altre strade e piazze per ripresentare lo spettacolo dõ : strappacadenn-e!

 

PICCOLO GLOSSARIO ITALIANO - GENOVESE

Piazza: ciassa

Miseria: misëia

Muscoli: pescetti (bacchette)

Ferro: fërõ

Malconcio: streppellou

Spiccioli: menuaggia

Tamburo: tambuõ

Moglie: mõggiê

Sudare: suâ

Sudore: suõ

Ultimo aggiornamento: 15/03/2021